Cronaca 17 Dicembre 2018

“The Space gratis? No grazie”

“La rottura tra noi ed il Palazzo viene amplificata ancora da un altro risultato che non ha niente di sensazionale e rivoluzionario rispetto al passato politico di questa città.

Dover ringraziare Assessori e Garante dei disabili per entrare gratis al The Space e per restare negli stalli a naso all’insù a pochi metri dal mega schermo … Venne criticata la Giunta Pd per questo. Includere significa essere messi al pari degli altri . I disabili devono imparare a pagare il biglietto come tutti e come tutti godere delle stesse comodità degli altri . Entrare gratis a me non serve .

Serve poter posteggiare la vettura in sicurezza per non finire come Vitiello Pino, serve un percorso privo di barriere architettoniche e normale  poi pagare per vedere un film.

Il poi faranno i lavori come afferma il Garante non è che una scusa prenditempo e il suo compito è garantire l’inclusione. Inclusione che non hanno saputo offrire nei parchi per bambini, per i negozi e per molte  altre segnalazioni fatte agli uffici e che non ha garantito.Polemica ? No ! Questa politica è identica a quella delle vecchie Giunte. Niente di nuovo e siccome noi non produciamo PIL restiamo ad accantonare elemosine che ci rendono sempre ed eternamente secondi e diversi .

Soluzione del gratis è la pezza che tappa la bocca a chi, come me , chiede di essere trattato come gli altri.

Se poi ai disabili piace questa soluzione allora cercate un appellativo nuovo per identificare un gruppo sociale dove posso stare perché non camminare non obbligatoriamente è sinonimo di povero stupido.

Visto che siamo in polemica piena vorrei capire a cosa serve un Garante a rimborso spese se per avere una città inclusiva se si deve lottare anche contro di lui  come facevamo quando non c’era.

Forse andrebbe rivisto qualcosa si questo strano modo di fare politica . Il palco in piazza Garibaldi, simbolo di rottura con la giunta Nogarin, è sempre lì con i tre scalini ! Ed aspettiamo fisicamente di vedere giochi inclusivi nei parchi pubblici perché i bambini disabili sono stanchi di restare a guardare”. 

Fabrizio Torsi