TNI: “Il Green Pass svuota i nostri ristoranti. 30% di disdette, penalizzati i locali al chiuso”
Il punto sul Green Pass l’ultimo dopo la prova del primo fine settimana
TNI Tutela Nazionale Imprese Livorno, Sanna Fabio e Luca Marcantoni:
Il green pass? A pochi giorni dalla sua introduzione possiamo confermare le attese della vigilia.
Abbiamo registrato disdette e una perdita di oltre il 30% dei clienti.
Per chi ha solo spazi all’interno la certificazione verde rappresenta una discriminazione, visto che comunque nei ristoranti sono ancora in vigore e vengono applicati green pass o meno i protocolli di sicurezza anti contagio, ovvero:
il distanziamento tra i tavoli,
gel igienizzanti
mascherine per chi non è seduto al tavolo e per il personale del ristorante.
Una misura discriminatoria anche per i clienti.
Un provvedimento che ha diviso le persone, le quali, che siano a favore o no del green pass, se la prendono comunque con i ristoratori, qualsiasi decisione venga presa dal titolare o gestore del locale.
Non mancano le recensioni fasulle e gli insulti via social e ciò comporta un’ulteriore perdita di lavoro per la nostra categoria.
Obbligare i ristoratori a non far sedere i clienti all’interno se non hanno green pass non consente agli esercenti di lavorare, né tanto meno questa misura contribuisce alla tutela della salute pubblica, visto che; se nei ristoranti ci sono il distanziamento e le mascherine, fuori da essi le persone si assembrano ovunque, anche sui mezzi pubblici, dove il green pass non è richiesto.
Ieri il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese ci ha dato ragione.
I ristoratori non sono poliziotti e non devono chiedere il documento d’identità ai clienti.
Noi, fin dall’inizio, abbiamo chiesto di abolire del tutto l’obbligo di verifica del green pass.
Abbiamo scritto al garante della Privacy e un emendamento da noi proposto sarà votato in Parlamento alla ripresa dei lavori.