Cronaca 29 Maggio 2019

Tommaso Tafi (M5S) e la sua autocritica: “non ho capito il problema degli stalli blu”

Livorno – Tommaso Tafi portavoce del sindaco Filippo Nogarin: “I livornesi non hanno bocciato il progetto politico di Stella Sorgente. 


Hanno bocciato un anno e mezzo di compromessi di governo perennemente al ribasso e soprattutto hanno bocciato 5 anni di amministrazione, cedendo al fascino fascio-leghista da un lato e al richiamo dell’usato (in)sicuro dall’altro.

Visto che l’autocritica sembra ormai essere diventata la criptonite della politica, comincio io.

Questa giunta ha lavorato tantissimo. Lo ha fatto all’interno di un contesto complicato, con una macchina amministrativa che gli era sconosciuta e che ci ha messo un po’ ad accettare i nuovi arrivati. Una macchina che, lo dico senza polemica, non sempre ha seguito tempestivamente gli indirizzi politici, ma questa è un’altra storia.

Il problema è che il tanto di buono che è stato fatto è rimasto nell’ombra rispetto a ciò che invece è stato sbagliato: in primis, il sistema della sosta. E qui, poche balle, la responsabilità è mia.
Forse non al 100%, ma per una buona fetta.

Io per primo non ho capito la portata del problema. Altrimenti ne avrei gestito meglio sia l’applicazione che soprattutto la narrazione, arginando per quanto possibile la diffusione della “psicosi da stalli blu”. Una psicosi che ha creato un vero e proprio odio per questa amministrazione alla quale, da un certo punto in poi, non è stato più perdonato nulla. Nemmeno le cazzate, tipo l’erba alta in primavera.

Il problema di fondo è che la narrazione sugli “stalli blu” non è stata adeguatamente contrastata da una linea comunicativa efficace sui buoni risultati di questa giunta. E anche questa è colpa mia.

Perché è indubbio che il posteggio incida in maniera più netta sulle abitudini quotidiane dei cittadini rispetto al risanamento delle partecipate, ma quest’ultimo aspetto è tutt’altro che secondario. Perché ha a che fare con il futuro, con milioni di euro di debiti scaricati sulle spalle delle prossime generazioni e con la capacità di un Ente locale di creare lavoro.

E’ solo un esempio, se ne potrebbero fare mille: dal museo della città che ha preso il posto di una speculazione edilizia in pieno centro. A un piano strutturale che costringe le aziende inquinanti a emigrare dai quartieri nord. Da un’azione di contrasto ai furbetti (delle case popolari, così come del cartellino), efficace e puntuale. A un’offerta culturale sempre più varia e coinvolgente.

Argomenti che non hanno fatto breccia nel cuore dei livornesi pur essendo estremamente più importanti rispetto al posteggio.

Tutti quelli che hanno avuto un ruolo in questi 5 anni di amministrazione hanno una parte di responsabilità nella sconfitta di ieri. Questa è la mia.

Senza dubbio io ne pagherò personalmente le conseguenze”.
Ma non sarò il solo.

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