Toscana, chiusure nidi e scuole in zona rossa: ecco cosa cambia
Toscana 9 marzo 2021
Chiusure di nidi e scuole in zona rossa: ecco come funziona
A seguito delle decisioni prese venerdì scorso nell’ambito del Ceps – il comitato per l’emergenza e la prevenzione scolastica istituito dal presidente Giani – nel fine settimana le scuole dei Comuni in zona rossa e di quelli per i quali, pur non in zona rossa, è stata comunque disposta la chiusura di nidi e scuole, si sono attivate per garantire attività in presenza a favore delle alunne e degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali, nonché quando sia necessario l’uso di laboratori.
Il decreto varato dal presidente del consiglio il 2 marzo scorso dispone infatti che in queste aree sono sospese le attività dei servizi educativi per la prima infanzia (nidi d’infanzia e altri servizi 0-3)
Le attività scolastiche e didattiche delle scuole di ogni ordine e grado (dalla scuola dell’infanzia alle scuole secondarie di secondo grado) si svolgono esclusivamente con modalità a distanza.
Resta però salva la possibilità di svolgere attività in presenza qualora sia necessario l’uso di laboratori (per le scuole) o per mantenere una relazione educativa che realizzi l’effettiva inclusione scolastica delle alunne e degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali (per i servizi educativi per la prima infanzia e per le scuole di ogni ordine e grado).
Non sono invece previste deroghe per attività a favore dei figli di lavoratrici e lavoratori dei cosiddetti servizi essenziali, un punto sul quale nei giorni scorsi era emersa la necessità di un chiarimento.
L’assenza di un fondamento giuridico chiaro su questo punto, visto che il Dpcm non fornisce indicazioni sull’eventuale deroga (per la quale, peraltro, non è mai intervenuta una disposizione che definisca quali sono i servizi essenziali), ha indotto l’assessora regionale all’istruzione Alessandra Nardini, anche in qualità di coordinatrice della IX Commissione della Conferenza delle Regioni, a chiedere chiarimenti urgenti al ministero dell’Istruzione, che ha chiarito che le deroghe sono solo quelle per l’uso di laboratori e per studenti disabili o con bisogni educativi speciali.