Cronaca 22 Dicembre 2020

Toscana, Sì a visite di familiari in strutture, nonostante il Covid, per pazienti gravi o gravissimi

mani, anziano, parente, familiare, visitaToscana (Livorno) 22 dicembre 2020

Sì a visite di familiari in strutture, nonostante il Covid, per pazienti gravi o gravissimi

 

Da Firenze, sede della Regione toscana, Il presidente Eugenio  Giani dichiara:

“Grazie al gruppo di lavoro che ha dettato le regole da seguire dando risposta positiva alle esigenze di pazienti e famiglie”.

L’assessore Bezzini:

“Coniugare i bisogni delle persone, a partire dalla vicinanza degli affetti più cari, con le misure necessarie al contrasto alla pandemia”. Spinelli: ”Possibilità estesa anche alle Rsa”.

I pazienti ricoverati in ospedali, case di cura e Residenze sanitarie assistenziali potranno ricevere visite da parte dei loro familiari,  nel rispetto delle norme Covid.

Questa possibilità vale non per tutti i ricoverati, ma almeno per i pazienti gravi e gravissimi.

 

E’ ciò che prevede la delibera approvata oggi dalla Giunta regionale su proposta degli assessori Simone Bezzini, alla sanità, e Serena Spinelli, al sociale.

“Ringrazio – afferma il presidente della Regione, Eugenio Giani – il gruppo di lavoro, coordinato dalla Commissione regionale di bioetica, che ha redatto in tempi brevissimi le linee guida che permetteranno tutto questo.

Sono felice di poter dare risposta positiva alle giuste richieste di molti pazienti e dei loro familiari.

Si tratta di tenere insieme la necessità di garantire comunque comunicazioni, vicinanza, relazioni, assistenza e affetto; e di evitare comunque il diffondersi del virus in ambienti delicati come quelli che ospitano malati.

Siamo convinti che il distanziamento fisico non può significare anche distanziamento affettivo”.

Il provvedimento detta linee guida alle Asl e alle strutture sanitarie e parasanitarie, senza imporre date o scadenze precise; ma affermando che i protocolli che autorizzano le visite devono essere applicati nel più breve tempo possibile.

La loro effettiva messa in pratica non potrà essere uniforme su tutto il territorio regionale, ma dipenderà dalla situazione delle singole strutture; dei singoli reparti e degli stessi pazienti; garantendo la massima accessibilità nelle situazioni date con l’attenzione primaria alla salvaguardia della salute di tutti i pazienti.

L’assessore al diritto alla salute, Simone Bezzini aggiunge

 

“L’obiettivo  è coniugare i bisogni delle persone, a partire dalla vicinanza degli affetti più cari, con le misure necessarie per il contrasto alla pandemia, a tutela della salute individuale e collettiva .

Invito tutti i cittadini ad adoperare il massimo del buon senso e della collaborazione e a rivolgersi con fiducia e pazienza al responsabile della struttura che ospita il loro congiunto o al medico del reparto in cui è ricoverato.

Saranno loro a fornirgli tutte le indicazioni per favorire, laddove possibile, il massimo di relazioni, sulla base della singola condizione personale e clinica.

Ogni situazione presenta le proprie specificità, che vanno analizzate caso per caso.

Il Sistema sanitario regionale si occupa della salute globale dei suoi assistiti e si impegna a superare le difficoltà con equilibrio, responsabilità e umanità”.

Le indicazioni rivolte ai presidi ospedalieri e alle strutture evidenziano come siano da privilegiare le visite ai lungodegenti e sopratutto ai pazienti gravi e gravissimi, con priorità verso quelli con prognosi infausta a breve o in fase terminale, per i quali è prevista la presa in carico congiunta con le unità di cure palliative”.

L’Assessore al Sociale Serena Spinelli dichiara:

 

“Anch’io ci tengo a ringraziare il gruppo di lavoro che ha visto la massima collaborazione tra Regione, Aziende sanitarie, associazioni e il Comitato di Bioetica, con l’obiettivo condiviso di fare un deciso passo in avanti sul fronte dell’umanizzazione delle cure e dell’assistenza alla persone.

Purtroppo in questi lunghi mesi di emergenza Covid tante, troppe persone, soprattutto anziani, sono deceduti all’interno dei nostri ospedali o delle strutture residenziali senza l’ultimo saluto dei propri cari.

Allo stesso tempo, il necessario protrarsi di rigide misure di prevenzione per le Rsa, con la limitazione agli accessi esterni, determina un pesante carico di sofferenza per ospiti e familiari, di cui si deve tenere conto. I

l distanziamento fisico non deve essere un distanziamento dagli affetti, che incide pesantemente sulla qualità della vita e sulla salute delle persone.

Le misure previste valgono quindi anche per le Residenze sanitarie assistenziali, per le quali avevamo già predisposto linee guida e stanziato risorse per assicurare il massimo di comunicazione possibile tra ospiti e familiari: tramite l’uso di strumenti come le videochiamate su tablet e grandi schermi.

Con questa delibera, inoltre, si provvede a definire un modello che contiene indicazioni e requisiti essenziali per la realizzazione delle “stanze degli abbracci”.

Su queste stiamo riscontrando un notevole interesse.

E’ uno degli strumenti che possono alleviare il carico di isolamento e solitudine degli anziani ospiti e di preoccupazione delle famiglie.

 

Uno strumento certamente molto potente, dato che arriva a consentire una forma di contatto, seppur mediato da appositi teli e protezioni”.

La delibera approvata prevede numerosi allegati a partire da quelli che servono per la valutazione delle condizioni oggettive di ciascuna struttura e di ciascun paziente che faccia richiesta di vedere i propri parenti.

Soprattutto nel caso di pazienti terminali è previsto un approccio globale, sia di tipo sanitario, psicologico, sociale e anche spirituale, ove richiesto.

 

“Siamo di fronte ad una delibera innovativa – affermano Guidalberto Bormolini dell’associazione “Tutto è vita onlus” e Giampaolo Donzelli della Fondazione Meyer; che hanno promosso l’adozione di questo provvedimento – perché tiene di conto che la vicinanza è parte del processo di cura, in un approccio alla malattia che deve essere globale, perché la cura o è integrale o non è. Sottolineiamo la facoltà di scelta da parte del malato rispetto a chi vuole avere al proprio fianco e il rinnovato ruolo che assumono le associazioni del volontariato nel gestire i contatti.

Infine quando siamo di fronte ad interventi in fine vita, ciò non deve rappresentare una sconfitta per la medicina, perché anche questa fase è parte dell’intero processo di assistenza.

E la stessa sensibilità che al Meyer adoperiamo con i bambini, intendiamo trasferirla in tutti i luoghi di cura”.

Verranno predisposti appositi corsi di formazione per il personale sanitario e parasanitario e per i volontari, che saranno coinvolti a suppporto delle strutture per le specifiche progettualità.

Un operatore verrà incaricato di accogliere e poi di seguire i visitatori per assicurarsi che rispettino le regole, indossando i dispositivi di protezione individuale, mantenendo il distanziamento fisico e limitando i contatti diretti con le superfici e le suppellettili e anche con il paziente stesso.

Di norma le visite non potranno superare la durata di 15 minuti e i visitatori al primo accesso dovranno sottoscrivere un apposito modulo che contiene le procedure da seguire per l’accesso al reparto, l’igienizzazione, la vestizione e la svestizione.

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