Home 30 Luglio 2017

Traghetto Grimaldi fuori controllo per un guasto

Cruise Smeralda,  con 1000 passeggeri a bordo, perde energia all’ingresso del porto, diventa ingovernabile e butta le ancore per frenare l’inerzia. Si ferma a ridosso del “Biribisso”. Dopo pochi minuti l’energia è tornata e la nave è stata accompagnata in sicurezza all’ormeggio. Dovrà stare ferma circa due giorni per interventi di controllo. L’episodio riporta al centro l’importanza dei servizi nautici per la competitività e la sicurezza del nostro scalo

Stamattina alle 5.30 il traghetto “Cruise Smeralda” del gruppo Grimaldi in servizio sulla tratta Olbia-Livorno ha avuto un guasto nella fase di entrata al porto. La nave, con già a bordo il Pilota, appena varcata la diga curvilinea ha avuto un black-out ai generatori e ha perso tutti gli organi di governo; le navi moderne infatti utilizzano propulsori elettrici. Di fronte alla completa ingovernabilità del mezzo, al comandante non è rimasto che ordinare di calare le ancore per frenare la deriva. La Cruise Smeralda, senza governo ma rallentando si è poi fermata a ridosso del cosiddetto “Biribisso”, una vecchia boa fissa in cemento in mare proprio di fronte al faro. In quell’area le acque sono poco profonde, ma il tipo di fondale non è tale da far incagliare le navi.

Il traghetto, che trasportava circa 900 passeggeri, ha richiesto l’aiuto della Capitaneria di Porto e dei rimorchiatori. Tempo pochi minuti, mentre la macchina organizzativa si stava schierando, i generatori sono ripartiti e la nave è ritornata funzionale.

A quel punto i rimorchiatori l’hanno scortata alla radice della Darsena Toscana dove è attraccata regolarmente e ha fatto scendere i passeggeri. Questo tipo di guasto non poteva comunque essere ignorato. La Capitaneria ha quindi ordinato di fermare la nave finché non si sarà compresa la causa del guasto e il RINA darà di nuovo il nulla osta alla navigabilità. Si presume che ci vorranno circa due giorni prima che la Cruise Smeralda riprenda la rotta Livorno-Olbia.

Non ci risultano feriti o danni, quindi non abbiamo titolato “paura” o “terrore” per rispetto all’intelligenza dei nostri lettori. Tanto più che tutte le parti in causa hanno saputo gestire l’emergenza con professionalità. Rimane invece il malumore degli autotrasportatori e dei viaggiatori.

Questo episodio, di per sè non particolarmente drammatico, riporta però al centro del dibattito l’importanza dei servizi nautici, quelli che fanno la differenza tra un porto secondario e uno primario. Per servizi nautici si intendono servizi presenti permanentemente a Livorno e non quelli utilizzabili rimorchiando il traghetto a Genova. Se la nave fosse andata a sbattere sulla struttura in cemento e si fosse danneggiata seriamente, perdendo anche navigabilità, non sarebbe stata riparabile a Livorno, perché non ci sono bacini funzionanti. E, un semplice danno che per un armatore può costare “x”mila euro riparato in loco a Livorno può raddoppiare o triplicare il suo ammontare se la riparazione va fatta altrove. La presenza dei servizi, per le compagnie che decidono di portare una linea in un porto, ha una importanza pari a quella dei collegamenti infrastrutturali dal porto all’entroterra; questo perché  si trasforma in un aggravio si spese, il cui ammontare finale stabilisce la convenienza di una rotta a scapito dell’altra.