“Tranvia dei Navicelli: cronaca di un flop annunciato”
L'analisi di Mario Antonio Gambacciani
Tranvia dei Navicelli: cronaca di un flop annunciato.
I preziosi fondi per lo studio di fattibilità sarebbero stati impiegati meglio per progetti sostenibili
Fra i progetti proposti nell’ambito del Next Generation EU nel gennaio 2021 dall’Amministrazione comunale di Livorno e non finanziati per carenza di requisiti, emerge quello della Tranvia dei Navicelli.
Al contrario la terza e quarta linea della tranvia di Firenze hanno trovato copertura per 375 milioni di euro.
L’intento più che positivo di tale tranvia, migliorare la coesione economica di area vasta, si sviluppava tramite l’utilizzo del tram-treno, un veicolo tranviario che può circolare anche in ambito ferroviario oltre quello naturale cittadino.
Il nuovo percorso prospettato nel PUMS, in parallelo all’attuale ferrovia, permetterebbe di mettere in connessione diretta punti nevralgici di Livorno e Pisa;
in tal modo si potrebbe, ad esempio, prendere il tram in Piazza Cavour e scendere a Cisanello.
Il relativo studio di fattibilità, previsto inizialmente ad aprile 2021, dovrebbe essere disponibile a giugno, magari dopo le elezioni.
Purtroppo, l’esito di tale studio appare scontato: anche prevedendo una importante crescita della domanda, i flussi non appaiono sufficienti per l’investimento della tranvia che fra l’altro andrebbe in concorrenza con l’attuale linea ferroviaria.
Il tram-treno è una soluzione di mobilità ottimale per collegare i centri di città così ravvicinate, ma necessita del passaggio sulla rete ferroviaria, passaggio al momento non possibile in quanto non ancora sufficientemente regolamentato in termini gestionali e di sicurezza.
Ben diversa dal punto di vista della sostenibilità, è l’altra soluzione prospettata dal PUMS: il collegamento ferroviario Stazione Marittima-Stazione San Marco-Stazione S.Rossore e da qui a Lucca con la variante della fermata di linea all’aeroporto di Pisa e non al parcheggio di scambio, variante realizzabile con un percorso ferroviario aggiuntivo di 2 Km.
Certo, i preziosi fondi disponibili per lo studio di fattibilità avrebbero potuti essere impiegati meglio su progetti su binari alternativi con adeguati flussi già potenzialmente disponibili.
E’ il caso del progetto di un percorso tranviario a Livorno, che fra l’altro andrebbe ad incidere positivamente nell’obiettivo primario del PUMS di raggiungere un riparto veicolare del 50% nel 2030.
Numerose città europee anche di dimensioni inferiori a Livorno hanno trovato soddisfazione economica e di mobilità dall’introduzione di sistemi tranviari.
La sostenibilità economica dipende dal raggiungimento di un certo numero di pass giornalieri: i flussi LAM indicati dallo stesso PUMS per le ore di punta sono, infatti, assai promettenti per promuovere uno studio di fattibilità.
Certo, tutto dipende dal percorso e dalla velocità commerciale dei mezzi che necessitano per quanto possibile di protezioni dedicate nel tragitto.
Il percorso tranviario cittadino, come quello di Pisa, sarebbe poi utilizzabile nel futuro dal tram-treno, una volta definita dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti la sopra richiamata regolamentazione dell’utilizzo delle strutture ferroviarie.
Il relativo dossier è fermo da anni ed è necessaria una determinata volontà politica per sbloccare la situazione. Fra l’altro, l’utilizzo attuale della tratta ferroviaria Livorno-Pisa è ridotta rispetto alle potenzialità e permetterebbe, con le tecnologie di controllo moderne, l’inserimento dei prevedibili frequenti utilizzi di un sistema di tram-treno di area vasta.