Trasferimento dei mufloni elbani, siamo a buon punto
L'associaciazione "Irriducibili Liberazione Animale" ripercorre la vicenda
“Da 2 anni ci stiamo occupando dei mufloni dell’isola d’Elba, un problema che trova origine negli anni 70, quando alcuni benpensanti per il loro divertimento ed appoggiati da qualche amministrazione pubblica, ebbero l’idea di trasferire i mufloni sull’isola, probabilmente all’epoca dei fatti non era vietato.
Lo scopo era quello di avere la possibilità di praticare l’attività venatoria senza andare sulla terraferma, incuranti dei problemi che una specie introdotta provoca in un ambiente a loro estraneo.
Ma di questo ai cacciatori cosa interessa, a loro basta sparare e divertirsi ad uccidere animali perché questo è, la caccia non è uno sport come qualcuno a volte erroneamente dice.
Nel CAART (coordinamento associazioni animaliste toscane) la LIDA Firenze ci avvertiva di cosa stava avvenendo sull’isola d’Elba, uccisioni dei mufloni e deportazioni nelle AFV, aziende private dei cacciatori dove lì i mufloni non hanno scampo.
Insieme al portavoce del coordinamento decidiamo di provare a salvarne quanti è possibile, l’isola è divisa in 2, da una parte i cacciatori che “‘gestiscono” la fauna, dall’altra l’ente parco nazionale dell’arcipelago toscano il quale prova ad eradicare i mufloni.
Prendiamo contatti ed il parco si rende disponibile in un primo momento ad incontrarci e poi a sottoscrivere un accordo con il quale abbiamo la possibilità di salvare alcuni esemplari.
Per noi un grande risultato, forse senza precedenti, abbiamo l’accordo per salvarli ma dove portarli? È stata una lunga ricerca anche perché come l’ISPRA ci ha indicato, servono terreni adeguatamente grandi e recintati, un problema non indifferente per noi.
Servivano migliaia di euro per le recinzioni perché terreni già pronti non li abbiamo trovati, da qui la decisione di avviare una raccolta fondi per sostenere la causa, sapevamo che non era un argomento comune al mondo animalista, quando si parla di cani e gatti appare più facile raccogliere soldi ma non ci siamo persi d’animo e la nostra voglia di salvarli è stata più forte di qualsiasi altro pensiero.
La svolta arriva con il CRASM di Semproniano (GR) gestito da Marco Aloisi, si è reso disponibile ad accogliere i mufloni, a questo punto avevamo risolto tutto, quanto raccolto con le donazioni lo useremo per gli spostamenti ed il mantenimento.
Ora attendiamo che le catture portino ad avere i mufloni ed a breve inizieremo i trasferimenti nell’oasi dove vivranno in pace, senza il mirino dei cacciatori puntato contro.
Ci sono voluti oltre 2 anni di lavoro ma alla fine il risultato è stato raggiunto, liberare i mufloni da morte certa per mano dei cacciatori, ne salveremo alcuni, non tutti, abbiamo fatto il possibile per i 13 che trasferiremo e valuteremo una volta terminato lo spostamento se ci sarà modo di salvarne altri.
Ringrazio le associazioni che oltre a noi Irriducibili Liberazione Animale hanno sostenuto la raccolta fondi, LIDA Firenze, ENPA, Pro Animals, Gabbie Vuote e le singole persone che hanno donato, il portavoce del CAART Stefano Corbizi, con cui ho condiviso la liberazione, Piero Genovesi dirigente ISPRA che ha appoggiato il progetto e ci ha dato le indicazioni sui luoghi di trasferimento, il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano che per la prima volta ha optato per una soluzione diversa, segno probabilmente che i tempi stanno cambiando.
Rimaniamo con la speranza che quanto siamo riusciti a concludere possa servire da esempio ad altri enti pubblici, salvare gli animali si può ma bisogna volerlo”.
Associazione
Irriducibili Liberazione Animale