Trasfusionale di Livorno, premiato uno studio per il superamento delle interferenze di alcuni farmaci
Il servizio trasfusionale di Livorno, in collaborazione con quello di Catania, ha vinto il primo premio nel concorso nazionale “Toni Godani” indetto dalla rivista scientifica “In vena di sapere” e consegnato nei giorni scorsi al termine di una cerimonia che si è tenuta al policlinico San Martino di Genova.
L’articolo premiato, a firma dei medici livornesi:
Elena Sardano, Fabrizio Niglio, Cristina Tagliaferri e Davide Michela,
dal titolo “Esperienza a confronto nei Laboratori di Immunoematologia dell’Ospedale di Livorno e del Policlinico di Catania per la gestione dei pazienti trattati con Daratunumab” è stato valutato vincitore per l’innovazione della metodica proposta e per la capacità dimostrata dai due centri trasfusionali di saper collaborare anche a distanza per il raggiungimento di un unico obbiettivo.
“Con questo premio la nostra Area – spiega Fabrizio Niglio, direttore della Medicina Trasfusionale dell’Azienda USL Toscana nord ovest e primario del reparto di Pisa e Livorno – conferma il proprio ruolo a livello nazionale sia nella Società Italiana di Immunoematologia sia nelle riviste scientifiche considerando che si tratta del quarto premio ricevuto negli ultimi quattro anni nonostante il periodo pandemico affrontato. Tutti hanno contribuito a mantenere questo invidiabile standard, Pontedera, Livorno e Lucca, dando lustro alla Azienda in tutta Italia”.
“Grazie al coordinamento della dottoressa Elena Sardano – continua Niglio presso i Trasfusionali di Livorno e Catania è stata validata una modifica della metodica di rilevazione in fase liquida (diffusa dalla Società Italiana di Medicina Trasfusionale) per superare le interferenze dei farmaci a base di anticorpi monoclonali, adattandola alle microcolonne utilizzate su strumenti automatizzati per una maggiore standardizzazione e tracciabilità dei risultati dei test pre-trasfusionali dei pazienti trattati con DARA (Daratumumab anticorpo monoclonale umano utilizzato per il trattamento di pazienti adulti con mieloma multiplo)”.
In FOTO il dottor Fabrizio Niglio.