Livorno 8 novembre 2024 Turismo, il primo archeo-agriturismo d’Italia è sulle colline di Rosignano
Scoperta grazie al…grano una millenaria Pieve di Camaiano risalente al X secolo d.C. Gli ospiti della struttura agrituristica Cappellese di Rosignano Marittimo (Li) e le scolaresche potranno visitare il sito archeologico e vivere un’esperienza originale ed autentica tra natura, storia, archeologia e gastronomia.
Il turismo rurale incontra l’archeologia. Si trova sulle colline di Rosignano Marittimo (LI), all’interno del Parco Culturale di Camaiano, in una terra ricca di storia che affonda le sue radici nel profondo Medioevo, il primo archeo-agriturismo d’Italia.
E’ lungo un tratto un tempo attraversato dalla strada dei Mille, tra i campi ben curati de L’Agriturismo Cappellese, che sorgeva la Pieve di San Gerusalemme e San Giovanni Battista.
Un edificio imponente (36 metri di lunghezza x 16 di larghezza), all’epoca importante luogo di fede, che dominava su quei territori prima che la grande peste nera alla metà del ‘300 ne provocasse lo spopolamento, le cui fondamenta (così come la prima menzione in un documento) antecedenti all’anno al 1.000 insistono su preesistenze di epoca romana.
Una scoperta straordinaria dal punto di vista storico, culturale, archeologico e turistico che la struttura agrituristica di Castelnuovo della Misericordia, proprietaria dei terreni dove si trova l’ex Chiesa, ha inserito tra le esperienze che i turisti e scolaresche in visita alla fattoria potranno fare.
Una proposta didattico culturale nel contesto di un’azienda agricola agrituristica assolutamente originale ed unica nel panorama nazionale. A renderlo noto è Coldiretti Toscana secondo cui l’esperienzialità è il motore del turismo rurale con una struttura su due delle oltre 5.600 che offre ai propri ospiti un’attività ricreativa, sportiva o culturale.
“La grande diffusione delle strutture agrituristiche sul territorio e la spinta che arriva da tutta una serie di attività connesse alla produzione agricola sono determinanti per i primati del nostro turismo rurale a livello nazionale e per il sostegno al reddito delle nostre aziende. – spiega Marco Masala, Presidente Terranostra Toscana -.
Qui, come in nessun’altro posto o regione al mondo, gli imprenditori agricoli hanno saputo declinare ed immaginare la multifunzionalità rilanciando filiere che rischiavano di sparire, animando borghi, paesi e località poco note, riscoprendo le tradizioni contadine e gastronomiche. Se la campagna toscana è diventata una meta di vacanza da 1,3 milione di arrivi e 5 milioni di presenze è merito degli agricoltori”.
L’esperienzialità è un carattere distintivo ed un valore aggiunto del dinamismo dell’offerta agrituristica regionale su cui sempre più aziende stanno investendo e scommettendo: il 13% in più rispetto al 2019, il 7,9% se prendiamo come metro di riferimento l’ultimo anno (fonte Ismea).
Il primo archeo-agriturismo d’Italia ne è un fulgido esempio: unire l’accoglienza, il pernottamento alla ristorazione e ai prodotti tipici, la didattica all’archeologia, il trekking al relax in piscina. Il progetto, che ha il patrocinio del Comune di Rosignano Marittimo ed il supporto del Parco Culturale di Camaiano e del Gruppo Archeologico Paleontologico livornese, è seguito dal professore Enrico Cirelli del dipartimento di Storia, culture e civiltà dell’Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Gli scavi sono stati finanziati interamente dall’azienda agrituristica.
“Non siamo solo custodi della terra che coltiviamo e che ci permette di raccogliere i suoi frutti, siamo custodi del passato del territorio che viviamo. Custodiamo ciò che sta sopra il terreno ma anche ciò che sta al di sotto. – racconta Fabiana Michetti, titolare dell’agriturismo –
Quando l’equipe di archeologi ci ha informato della presenza di un edificio sepolto sotto il nostro grano e che avrebbe potuto essere proprio la Pieve di Camaiano di cui si erano perse le tracce, abbiamo provato un moto di orgoglio e curiosità. Vogliamo condividere questa scoperta con i nostri ospiti e con tutti coloro vorranno saperne di più su questo edificio millenario attorno al quale ruotava la vita di queste comunità durante tutto il medioevo fino al 1600. E’ sicuramente un’esperienza originale ed autentica che mettiamo a disposizione del territorio, dei turisti, delle scuole e degli studiosi”.
Il percorso a piedi che porta al sito archeologico che svetta su un promontorio si snoda, partendo dall’agriturismo, per circa un chilometro tra dolci sali e scendi incorniciati tra vigne e campi che come su una tavolozza cambiano colore a seconda della stagione; un viaggio nella natura, nell’archeologia e nel passato che gli studi potranno aiutarci a comprendere meglio.
Da tempo gli archeologi erano sulle tracce dell’antica Pieve ma solo per caso, “scrutando” alcune foto satellitari di Google Maps, sono riusciti a “vederla” di nuovo dopo centinaia di anni dall’ultima volta.
La scoperta risale a settembre 2023. A raccontarlo è Francesco Pagliani, giovane archeologo che ha coordinato la prima campagna di scavi. “Abbiamo individuato la presenza di una struttura sottostante il terreno grazie ad una anomalia nella crescita del grano durante l’aprile del 2021. – spiega l’archeologo – Questo fenomeno è causato dal diverso livello di umidità presente nel terreno che impedisce alla colture di crescere in maniera uniforme. E’ stata questo sviluppo anomalo del grano, nei terreni dell’azienda, a permetterci di trovare l’edificio di cui si conosceva l’esistenza ma non la posizione”.
Dalla spoliazione di questo edificio, abbandonato alla fine del 1300, nasceranno successivamente l’attuale chiesa di Castelnuovo della Misericordia e i poderi circostanti, tra cui quello del Cappellese. Segreti, curiosità, usi e pezzi di un vissuto tanto lontano che ora potranno essere finalmente svelati e chiariti.
Per informazioni https://toscana.