Cronaca 30 Ottobre 2020

UILTuCS Toscana: “La coop non è in salute: vi raccontiamo noi la verità”

Livorno 30 ottobre 2020

Il 24 ottobre scrivevamo:

Unicoop dopo 16 anni torna in pareggio

A distanza di 6 giorni, interviene il sindacato Uiltucs Toscana con il seguente comunicato stampa che pubblichiamo integralmente nel quale dichiarano: “La coop non è in salute: vi raccontiamo noi la verità”

Il COMUNICATO:

“Unicoop Tirreno, il grande bluff: così schiaccia i lavoratori
La coop non è in salute: vi raccontiamo noi la verità

L’affondo, numeri alla mano, della UILTuCS Toscana:
“Gravi penalizzazioni, chiusure, tagli. Dobbiamo smascherarli”

Firenze, 29 ottobre 2020 – “Non è una rinascita positiva, con i conti risanati e la ritrovata solidità aziendale, non c’è nessun risanamento:

è solo un grande bluff.

È una farsa, alimentata dai proclami dell’azienda, Unicoop Tirreno, che dice di essere in salute, annuncia aperture, dati positivi e bilanci in attivo. Invece no.

Come stanno davvero le cose? Ve lo diciamo NOI”.

Il duro affondo arriva dalla UILTuCS Toscana, sindacato che tutela i lavoratori e le lavoratrici del mondo cooperativo; che in questi giorni di trattativa per il rinnovo del contratto integrativo sta raccogliendo malumori e lamentele dai lavoratori, sempre più delusi per essere trattati come cose, numeri da far quadrare, oggetti da spostare, o unità da tagliare, a loro piacimento.

Unicoop Tirreno, infatti, afferma di essere in salute, eppure, come spiega il segretario generale della UILTuCS Toscana Marco Conficconi, “ha ancora restituito i soldi prestati dalle altre cooperative. Dice che è in salute – continua – ma sta cercando di vendere negozi in Toscana e nel Lazio e ha già ceduto tutti i negozi della Campania“.

Ma, soprattutto, dice di essere in salute ma sta tentando di peggiorare notevolmente i diritti dei lavoratori facendo pagare a loro, anziché ai dirigenti, questa crisi.

 

Unicoop Tirreno intende ridurre i diritti iniziando dall’aumento dell’orario di lavoro a parità di stipendio.

In sintesi: lavorare un’ora in più al giorno con lo stesso salario.

In secondo luogo, la cooperativa vuole levare ai lavoratori il diritto alla pausa retribuita.

ancora: le domeniche di apertura aumenteranno e la partecipazione dei lavoratori potrebbe assumere una sua obbligatorietà, ma la maggiorazione domenicale attuale non sarà più quella di adesso.

Come se non bastasse Unicoop Tirreno intende non erogare più il premio aziendale.

In conclusione, la tanto sbandierata “salute” di Unicoop Tirreno, è basata sulla pelle dei lavoratori:

mediamente €2.000 annui in meno per ogni lavoratore.

 

Questa la più rosea stima fatta dalla UILTuCS Toscana.

Ed è soltanto, sempre, sui lavoratori che ricadono le penalizzazioni di un rinnovo contrattuale “ridicolo, in questi termini, che ci delude e amareggia”.

“Il prezzo della ripresa deve essere pagato solo da alcuni lavoratori, i più fragili, colpevoli solo di avere anni di lavoro alle spalle?

Anche i part-time vengono colpiti come pochi, derubati di cifre considerevoli dello stipendio da chi, invece di fare un serio piano aziendale confrontandosi con i sindacati e con la realtà, pensa ancora a spot e proclami.

“Unicoop Tirreno – conclude Conficconi – deve cambiare marcia:

chi sceglie di fare acquisti qui e frequenta la cooperativa pensando sia ancora la cara e vecchia Proletaria si sbaglia, deve sapere di cosa è capace:

 assume tramite agenzie interinali e tira il collo ai nuovi assunti:

sponsorizza le partite di golf chiedendo sacrifici ai lavoratori, pur di dare l’immagine della grande cooperativa.

Talmente grande che in tempo di pandemia lascia la sicurezza al buonsenso dei dipendenti, che ha attuato dei Comitati anti-Covid19 fantasma.

Noi vogliamo restare in silenzio: noi non saremo complici, non abbiamo amicizie e affari da salvare. Gli unici da salvare sono i lavoratori”.

Avremo potuto costruire una negoziazione intelligente e magari basata sul risanamento della cooperativa ma anche sul rispetto della dignità e dei diritti dei lavoratori, che per noi, a differenza di quanto ha fatto sino ad oggi la Unicoop Tirreno, sono tutti uguali”.