Un riconoscimento per il volontari delle tartarughe
Cinque “Pegaso” consegnati dalla Regione ai rappresentanti di coloro che si sono mobilitati per portare a buon fine la nascita delle 103 tartarughe marine.
MARINA DI CAMPO – Cinque Pegasi, il simbolo della Regione Toscana, per l’impegno e la dedizione profusi in occasione della nascita delle 103 tartarughe Caretta Caretta avvenuta in due stabilimenti balneari di Marina di Campo, all’isola d’Elba.
Li ha consegnati stamani l’assessore all’ambiente, Federica Fratoni, al termine di una mattinata di lavori organizzata dalla Regione presso il Comune di Campo nell’Elba per condividere e riflettere insieme a tutti i protagonisti dell’Osservatorio toscano per la biodiversità, tecnici e associazioni, sui risultati scientifici e le azioni a seguito degli eventi dell’estate.
I 5 premiati: Bagno “da Sergio” Riccardo Segnini, Legambiente Arcipelago, Associazione Tartamare, Yuri Tiberto Acquario dell’Elba, e Giampiero Sammuri, presidente del parco nazionale dell’Arcipelago toscano.
“Consegniamo il Pegaso, il massimo riconoscimento della Regione e simbolo anche dello stimolo a volare sempre più in alto – ha detto Fratoni -, un tributo e un ringraziamento a chi ha permesso questo evento straordinario in cui la Rete regionale per il recupero dei cetacei e le tartarughe, 63 soggetti, una struttura molto consistente quindi, ha espresso tutta la capacità di operare e portare a buon fine una scommessa. Un successo raggiunto dalla natura sicuramente ma anche dall’opera magistrale dell’uomo. Il segno che il lavoro che l’Osservstorio per la biodiversità della Regione e la Rete stanno compiendo è complesso ma estremante utile. L’occasione di oggi ci ha permesso anche di immaginare nuove progettualità – ha proseguito Fratoni -. Ogni anno vorremmo andare a celebrare quelle esperienze virtuose che si verificheranno in futuro per sensibilizzare l’opinione pubblica nei confronti di questo lavoro magari sile nzioso e un po’ nascosto che invece racconta molto sulla sostenibilità e l’esigenza di tutelare il nostro ecosistema”
Con Fratoni, il consigliere regionale Gianni Anselmi, che ha sottolineato il valore e l’importanza di contemperare la attività umana con la salvaguardia delle risorse e del patrimonio naturale. E poi naturalmente il sindaco di Campo nell’Elba Davide Montauti.
Un evento straordinario all’Isola d’Elba
Era accaduto nel 2013 sulla spiaggia di Scarlino, e nel 2015 sulla spiaggia della Giannella, ma ciò che è accaduto all’Elba è tutta un’altra storia. Nella notte del 20 giugno 2017, alle ore 4.00 circa, tra gli ombrelloni di 2 Bagni a Marina di Campo (Isola d’Elba) viene segnalata la presenza di un grosso esemplare di Caretta caretta, intenta a scavare una buca nell’arenile a circa 13 m dalla battigia. Si tratta di un evento straordinario, in quanto forse le particolari condizioni climatiche hanno spinto questo esemplare in uno dei punti di nidificazione più a nord del Tirreno, sulla costa sud dell’Isola d’Elba. Questa specie infatti normalmente depone le uova nelle spiagge del bacino del Mediterraneo centrorientale e principalmente lungo le coste della Grecia, della Turchia e Cipro, ma anche in Libia, Tunisia, Egitto, Israele, Siria e Libano.
L’intervento della Regione Toscana
La Regione interviene in base a norme europee e nazionali, sul monitoraggio, ricerca e recupero di specie target a rischio di estinzione, come i mammiferi marini, tartarughe marine, ed elasmobranchi (squali e mobule). In Toscana già dal 2007 è stata costruita una rete di soggetti pubblici e privati che partecipa a queste attività coordinate dal Settore Tutela della Natura e del Mare attraverso l’Osservatorio Toscano per la biodiversità (OTB).
La sorpresa è stata immensa per il guardiano notturno del bagno, e il titolare della struttura ha prontamente avvisato l’Acquario dell’Elba, che ha allertato la Rete Toscana di recupero cetacei e tartarughe che fa capo all’OTB della Regione Toscana.
L’incubazione di uova di tartaruga marina della specie Caretta caretta varia mediamente tra 45 e 60 giorni. Il 12 agosto, 54°giorno di incubazione, i primi 4 piccoli di tartaruga sono emersi dalla sabbia e subito dopo, con un effetto da eruzione, sono usciti altri 46 esemplari, tutti in buona salute che hanno raggiunto il mare in pochi minuti. L’emersione dei piccoli si è protratta poi per ben 5 sere successive, sempre intorno allo stesso orario serale (tra le 21,00 e le 22,30) per un totale di 99 emersioni, mentre gli ultimi 4 esemplari vivi, sono stati recuperati il 19 agosto, durante l’ispezione finale del nido.
I numeri dell’evento
103 tartarughe nate vive, su un totale di 118 uova deposte;
77 mm la tartaruga più lunga e 35 mm la più piccola
75 minuti, il tempo massimo che ha impiegato una tartaruga a raggiungere il mare, che sembrava non vitale
1 minuto la tartaruga più veloce
6000 gli accessi alla webcam posta sul nido nel sito web del Parco dell’Arcipelago
70 i volontari e tecnici impegnati in circa due mesi.