USB: “Dopo anni di precarietà e appalti a rischio il servizio di pubblica affissione”
“Dopo anni di precarietà e appalti a rischio il servizio di pubblica affissione.
Servono tutele per i lavoratori.
Come per l’igiene ambientale, la ristorazione scolastica e le piscine, l’unica soluzione è l’internalizzazione del servizio.
Con l’entrata in vigore, dal 2021, del Canone Unico che riunisce e sostituisce i tributi locali, lo Stato ha deciso di uccidere il servizio di Pubblica Affissione.
Il DEF 2020, sostituendo la legge 507/1993 che normava il servizio, all’art.1 comma 836, recita infatti:
“Con decorrenza dal 1° dicembre 2021 e’ soppresso l’obbligo dell’istituzione da parte dei comuni del servizio delle pubbliche affissioni di cui; all’articolo 18 del decreto legislativo 15 novembre 1993, n. 507.
Con la stessa decorrenza l’obbligo previsto da leggi o da regolamenti di affissione da parte delle pubbliche amministrazioni di manifesti contenenti comunicazioni istituzionali e’ sostituito dalla pubblicazione nei rispettivi siti internet istituzionali.
I Comuni garantiscono in ogni caso l’affissione da parte degli interessati di manifesti contenenti comunicazioni aventi finalita’ sociali, comunque prive di rilevanza economica; mettendo a disposizione un congruo numero di impianti a tal fine destinati.”
Questo ci preoccupa per vari motivi.
Il primo è che, cadendo l’obbligo del servizio affissioni, cade l’obbligo per le amministrazioni di offrire un servizio ai cittadini.
Una Amministrazione che offre un servizio in meno è un’Amministrazione più povera.
Il secondo è che la nuova normativa opera in maniera subdola; imponendo sì l’obbligo di mantenere fruibile l’affissione dei manifesti con finalità sociale ma rendendola di fatto quasi impossibile.
Al riguardo bisogna spiegare come i manifesti con finalità sociali siano la maggioranza tra quelli che il servizio lavora quotidianamente;ma anche come la minoranza dei manifesti commerciali incida sul fatturato in maniera molto rilevante.
Per rendere comprensibile a chi non conosce il settore, un manifesto per un’associazione costa 0.67€, per un soggetto economico 2.34€.
Questo ha almeno due effetti sul servizio:
lo impoverisce, minandone la sostenibilità economica;
mette sul mercato un servizio che fino ad oggi è pubblico, dai prezzi calmierati e certi, sul quale può esercitare controllo e gestione.
Recentemente l’Amministrazione ha anche provveduto a fare una corposa manutenzione degli impianti, investendo quindi sul servizio dopo (troppi) anni di gestione senza portafoglio.
Non vorremmo che quest’investimento si rivelasse vano perchè seguito dal disgregare il servizio stesso.
Giova ricordare che le pubbliche affissioni, dopo una quindicina d’anni di appalti che con un eufemismo potremmo definire sfortunati e che hanno fatto passare gli operai in una trafila di contratti a progetto, a cottimo ed a termine, solo due anni fa hanno visto accorpare il servizio a quelli di riscossione Tosap, Tari, Tares.
E’ stata senza dubbio una decisione intelligente che ha migliorato significativamente la gestione del servizio.
Sarebbe inaccettabile tornare indietro perchè non ci sarebbero i presupposti per mantenere gli attuali livelli occupazionali ed un servizio pubblico accettabile.
Chiediamo quindi che l’Amministrazione decida di mantenere totalmente pubblico il Servizio Affissioni aprendo finalmente un percorso di internalizzazione.
Nell’immediato è assolutamente necessario:
conservare la gestione dei manifesti di natura commerciale;
inserire il suo svolgimento nell’appalto per la gestione del Canone Unico che verrà scritto e pubblicato in queste settimane.
USB chiederà nei prossimi giorni un incontro agli assessori di riferimento affinché questa vicenda sia immediatamente affrontata e risolta”.
Unione Sindacale di Base Livorno