Usb: “Mancata consegna dei dispositivi di protezione agli autisti”
Livorno 17 marzo 2020 – Coronavirus e sicurezza sul posto di lavoro, Il Coordinamento USB CTT Nord scrive una comunicazione ufficiale inviata a CTT Nord e per conoscenza a tutti gli enti interessati
La lettera inviata:
“La scrivente O.S. è costretta a denunciare, per la quarta volta in dieci giorni, la mancata consegna da parte di CTT Nord dei DPI ai propri dipendenti.
In merito all’Ordinaza della Regione Toscana numero 11 del 13 marzo 2020, la quale prevede una riprogrammazione del servizio che tenga conto della garanzia delle fasce orarie individuate, delle mutate esigenze di spostamento e della salute e sicurezza di passeggeri e lavoratori, segnaliamo che ancora niente è stato fatto.
Ci chiediamo, inoltre, come sia possibile che l’ordinanza preveda la sanificazione della vettura per NCC e taxi ad ogni cambio autista o corsa e non preveda la stessa cosa per il TPL.
Ci sembra palese che questa decisione derivi esclusivamente dalla convenienza economica, aldilà di ogni logica di prevenzione sanitaria, e lo riteniamo inaccettabile.
Chiediamo sia immediatamente attuata una programmazione dei turni che preveda l’inizio e la fine del servizio di ogni conducente all’interno dei depositi, con tassativa sanificazione delle vetture a ogni cambio autista.
In considerazione del rischio sanitario dovuto alla promiscuità della postazione guida, all’assenza di locali aziendali di dimensioni tali da ospitare i lavoratori in sosta, la non fruibilità dei pasti per la chiusura di bar e ristoranti e il problema dei trasferimenti per la ridotta capienza delle vetture di linea,consideriamo inimmaginabile e inammissibile continuare a lavorare con turni a più riprese che prevedano il cambio di conducente in linea.
Inoltre, non accetteremo in alcun modo che la riprogrammazione del servizio abbia ricadute sui livelli occupazionali, sul salario e sulle ferie.
I 3 (tre) milioni di utile dichiarati da CTT Nord alla chiusura dell’ultimo bilancio sono il risultato della drammatica compressione dei salari con la disdetta della contrattazione di secondo livello, pertanto, come minimo, pretendiamo che tali economie siano reinvestite per la salvaguardia della salute dei lavoratori.
A quindici giorni dall’inizio della diffusione in Toscana del COVID19, aldilà delle inutili e sterili dichiarazioni di intenti, istituzioni e azienda stanno gravemente sottovalutando il rischio sanitario per i lavoratori del settore e si stanno dimostrando assolutamente non in grado di dare risposte celeri e risolutive.
Gli autoferrotranvieri, fino a oggi, hanno lavorato e continuano a lavorare malgrado i rischi e le innumerevoli inadempienze di cui sopra non certo per senso di dovere nei confronti dell’istituzione, e neanche per responsabilità nei confronti dell’azienda, ma esclusivamente per cosciente senso di appartenenza e solidarietà verso tutti gli altri salariati costretti a lavorare e ai quali non hanno voluto far venir meno il diritto alla mobilità.
Vi avvisiamo, però, che a causa del contesto nel quale ci obbligate a lavorare, la situazione è molto vicina al punto di rottura e vi ricordiamo che per guidare un mezzo pubblico occorre essere nel pieno delle condizioni psicofisiche, che ora dopo ora stanno venendo sempre meno.
Rischiate, con superficialità e irresponsabilità, di causare danni irreparabili”.