USB su Magna: “Numerose pressioni e minacce hanno impedito la raccolta firme sul referendum”
Livorno – “l’Unione Sindacale di Base Livorno ha convocato una conferenza stampa di fronte ai cancelli della Magna Closures di Guasticce.
Come già annunciato nei giorni precedenti, a causa di numerose pressioni e vere e proprie minacce non siamo riusciti a raccogliere le firme necessarie per imporre il referendum sul recente accordo firmato dalla RSU di Fiom e Fim.
Ai sensi del testo unico sulla rappresentanza erano necessarie 162 firme, il 30 % della forza lavoro attuale, entro 10 giorni dalla stipula dell’accordo.
Vorremmo chiarire prima di tutto questo aspetto. La raccolta firme serviva per dare la possibilità a tutti i lavoratori e le lavoratrici di esprimersi democraticamente su un’intesa firmata sotto ricatto in due giorni senza neanche una discussione seria con i diretti interessati.
La nostra iniziativa non era quindi rivolta direttamente all’annullamento dell’accordo bensì alla votazione dello stesso.
Se avesse vinto il sì la nostra organizzazione avrebbe rispettato l’esito del voto.
Nei primi giorni di raccolta molti dipendenti Magna avevano scelto di sostenere questa nostra richiesta.
La risposta dei sindacati e dell’azienda non si è fatta attendere. Quando abbiamo raggiunto 100 firme la dirigenza ha organizzato una cosiddetta “convention”, cioè un’assemblea retribuita in cui sono state fatte delle comunicazioni allarmanti circa il futuro dell’azienda.
Un modo per spaventare ancora di più gli operai dello stabilimento.
Contemporaneamente diversi delegati sindacali hanno iniziato a fare pressioni sui lavoratori perché togliessero la firma dai moduli che avevamo predisposto.
Un atteggiamento grave che sommato al divieto di partecipare alle assemblee per il nostro responsabile dell’industria fanno capire qual è il clima che si respira in azienda.
Nonostante ciò le 100 firme raccolte saranno comunque consegnate alla RSU. RSU che dovrà prendersi la responsabilità di aver firmato un accordo senza passare da una consultazione democratica.
Quella democrazia sindacale tanto sbandierata dalla CGIL che non trova però applicazione nelle dinamiche sindacali reali.
La nostra posizione sull’accordo non cambia. Non è concedendo alle aziende tutto ciò che vogliono che si portano a casa i risultati.
Questa strategia si è già dimostrata fallimentare in passato e il nostro territorio ne sa, purtroppo, qualcosa. Ma vorremmo aggiungere un ultimo aspetto.
Fermo restando che i diritti dei lavoratori specialmente quando si parla di differenze salariali nella stessa azienda non si possono barattare con nulla.
Anche a voler scegliere la strategia del sindacato “responsabile” si poteva almeno aprire una contrattazione.
Ottenere che le nuove assunzioni fossero a tempo indeterminato ( gli eventuali nuovi assunti prenderanno 300 euro in meno dei colleghi ) oppure contrattare un periodo entro il quale, qualora la commessa dovesse risultare confermata nel tempo, i nuovi lavoratori sarebbero passati alle medesime condizioni dei vecchi assunti.
Nulla di tutto ciò. L’accordo è stato redatto dall’azienda e firmato senza battere ciglio. A cosa serve un sindacato se non è neanche in grado di fare contrattazione?
Attendiamo le risposte della dirigenza Magna consapevoli che da qui al 2021, le condizioni potrebbero cambiare nuovamente.
Non vi è alcuna garanzia del rispetto degli accordi e già in passato questa multinazionale ha dimostrato di non voler rispettare gli impegni assunti.
Monitoreremo, anche attraverso la nostra RSU, il percorso sindacale futuro e siamo pronti in qualsiasi momento ad aprire una vera vertenza per il lavoro e per i diritti degli operai e delle operaie Magna”.
Unione Sindacale di Base Livorno