Vaiolo delle scimmie, 3 casi in Italia, 8 i paesi europei che hanno registrato casi
Vaiolo delle scimmie: altri due casi confermati in Italia, in tutto sono tre
Vaia (Spallanzani): “Situazione da tenere sotto controllo ma nessun allarme”
Ad oggi sono almeno 8 i Paesi europei che hanno registrato casi di vaiolo delle scimmie negli ultimi giorni.
Lo riferisce l’Oms precisando che si tratta di Belgio, Francia, Germania, Italia, Portogallo, Spagna, Svezia e Regno Unito.
ATTUALITA’ 22 maggio 2022
Al di là dei Paesi dove il virus è endemico, casi recenti sono stati riportati anche in Australia, Canada e Stati Uniti. I recenti casi di vaiolo delle scimmie in Europa sono “atipici per diverse ragioni”, rende noto Hans Kluge, direttore dell’Oms per l’Europa.
“In primo luogo – spiega – perché tutti tranne uno di questi casi non hanno relazioni con viaggi in aree dove il vaiolo delle scimmie è endemico, cioè in Africa Occidentale e Centrale.
Secondo, perché molti dei casi iniziali sono stati individuati attraverso i servizi di salute sessuale e riguardano uomini che fanno sesso tra uomini.
E terzo, per la natura geograficamente dispersiva dei casi in Europa e fuori, questo suggerisce che la trasmissione potrebbe essere in corso da tempo”.
Salgono intanto a tre i casi confermati in Italia di vaiolo delle scimmie e sono tutti in carico all’Istituto di malattie infettive Spallanzani di Roma.
Al caso di ieri se ne aggiungono oggi altri, confermati dalle analisi, e sono correlati al caso zero.
Le tre persone contagiate “sono trattate con una terapia sintomatica allo stato sufficiente”, comunica lo Spallanzani spiegando che “presso l’Istituto sono disponibili, comunque, farmaci antivirali che potrebbero essere impiegati in via sperimentale qualora si rendesse necessaria una terapia specifica”.
“Primo messaggio da dare: nessun allarme. Situazione da tenere sotto controllo ma non desta allarme”. Lo afferma Il Direttore generale dello Spallanzani, Francesco Vaia in merito ai casi di vaiolo delle scimmie
Su chi è già stato vaccinato contro il vaiolo ha aggiunto: “Non dovrebbe correre nessun rischio. Da qui a dire: vacciniamoci tutti in questo momento, ce ne corre: piano. Se ci saranno le evidenze e se ci saranno le esigenze saremo i primi a dirlo”
“Questa non è una nuova malattia e non deve destare allarme. È un vaiolo minore. Ha una sintomatologia più lieve del vaiolo tradizionale. La buona notizia è che lo abbiamo preso, credo in tempo”, ha detto Francesco Vaia su Rai Radio1.
Il vaiolo delle scimmie
La malattia è chiamata “vaiolo delle scimmie” perché fu osservata per la prima volta nel 1958 nelle scimmie di laboratorio Macaca fascicularis.
Nel suo stato naturale in realtà il virus colpisce i roditori (soprattutto scoiattoli, ratti e topi), e può essere trasmesso ai primati (e quindi anche agli esseri umani) dagli animali infetti attraverso uno stretto contatto (sangue o morsi).
L’agente eziologico è il Monkeypox virus, un virus del genere Orthopoxvirus, famiglia Poxviridae, simile al Variola (il virus del vaiolo) e al Vaccinia (il virus utilizzato nel vaccino del vaiolo)
Ha segni e sintomi simili a quelle del vaiolo. Insorge circa 12 giorni dopo l’esposizione con malessere generale (febbre, mal di testa, dolori muscolari) e linfadenopatia, e in genere dura da due a quattro settimane.
Compare, dopo 1-3 giorni dalla febbre iniziale, una eruzione cutanea (vescicola che evolve in genere in papulo-pustola, poi forma una crosta e cade) generalmente prima sul volto.
La mortalità In Africa è di circa il 10% (quella del Variola maior, la forma grave del vaiolo, è tre volte più alta)