Via delle Cateratte interrotta per (almeno) tre mesi
L'esito della riunione tecnica tra i proprietari delle ciminiere ex Borma con Vvf, protezione civile e altri enti
Almeno tre mesi. E’ quanto dovranno attendere le attività commerciali e gli uffici pubblici che si affacciano sul tratto centrale di via delle Cateratte prima di veder liberata la strada attualmente transennata per la caduta di calcinacci dalle ciminiere della ex Borma; le strutture – alte circa 80 metri – sono da pochi mesi di proprietà della Infrastrutture Wireless Italiane S.p.A.(in forma abbreviata “INWIT”) società del Gruppo Telecom Italia.
Proprio un mese fa si sono staccati dei pezzi di cemento dall’anello in calcestruzzo e sono caduti sia in strada che nell’area condominiale antistante, innescando il divieto di transito nel perimetro. In prima istanza il traffico era stato deviato sul retro del palazzo con il passaggio di mezzi pesanti in un’area privata, poi anche quel tratto è stato chiuso; quindi via delle Cateratte è di fatto tagliata in due monconi e lo sarà ancora a lungo.
La riunione tecnica che si è tenuta ieri mattina vicino alle ciminiere non lascia molte speranze alle numerose attività danneggiate dall’interruzione, tra le quali un ristorante, una farmacia, una banca, l’Agenzia del Territorio e l’Agenzia Espressi. L’incontro tra l’ingegnere delegato di Inwit e le parti tecniche (Vvf, Protezione Civile, Comune, Polizia Municipale, Aamps ed amministrazione del supercondominio) si è concluso con una previsione di almeno tre mesi per il completo ripristino.
Per prima cosa l’area tra la strada e l’ingresso dell’Agenzia del Territorio sarà delimitata da jersey con paratie alte due metri, in modo da escludere l’accesso ai non addetti lavori. Nel frattempo sarà inoltrata una richiesta alla Soprintendenza per poter intervenire sulle ciminiere (archeologia industriale). Una volta ottenuto il permesso verrà installata una piattaforma mobile sulla sede stradale interrotta (in corrispondenza dei civici 86 – 92) la quale – meteo permettendo – solleverà gli operai a 80 metri di altezza per il consolidamento delle parti in calcestruzzo. Tutto l’iter è stato stimato (ottimisticamente) in tre mesi.
A quanto è dato sapere – nonostante la struttura non sia sicura e quindi non idonea all’installazione di un ponteggio- l’impianto di amplificazione telefonica rimarrà acceso e in corrente.
L’area per l’attuale stoccaggio dei rifiuti Aamps, infine, non è più agibile. Verrà quindi svuotata (grazie a vigili del fuoco) e Aamps dovrebbe attivare una raccolta tramite sacchi e contenitori. Quest’ultima soluzione non convince l’amministrazione del condominio, la quale sta trattando condizioni più pratiche per la tipologia di utenza (uffici e servizi) come la posa di alcuni cassonetti a tessera.