Ambiente 11 Marzo 2022

“Waste to methanol” alla raffineria ENI, “A che gioco stiamo giocando?”

Rifiuti zero: "Che fine hanno fatto le promesse?"

Livorno 11 marzo 2022

L’intervento di Rifiuti zero Livorno dopo aver appreso i risultati del tavolo dell’incontro istituzioni Eni

“Da notizie di stampa apprendiamo che durante il tavolo di confronto con le istituzioni ENI:

avrebbe rilanciato anche il progetto di mega-inceneritore di rifiuti chiamato “waste to methanol”; cioè produrre metanolo, da addizionare ai carburanti, bruciando plastiche e rifiuti indifferenziati.

Definito “un progetto da fuori di testa” dal pluripremiato Rossano Ercolini – Goldman Environmental Prize 2013 di Zero Waste Italy,

Ercolini ha calcolato (mai smentito da ENI o altri) emissioni annue per almeno:

150mila tonnellate di CO2

195mila tonnellate di acque reflue

30mila tonnellate di scorie solide per ogni 200mila tonnellate di rifiuti trattati.

“Un mare di veleno” pari ad oltre 375mila tonnellate di emissioni per ogni 200mila tonnellate di rifiuti trattati.

Un bel business per ENI, che magari si farebbe pagare dai cittadini (attraverso la bolletta TARI) questo servizio di smaltimento (che disincentiverebbe dall’impegno per la raccolta differenziata e per il riciclo), ma assolutamente nessun vantaggio per l’indipendenza energetica del paese, come invece qualcuno cerca di affermare approfittando biecamente della guerra in corso.

Livorno e Collesalvetti verrebbero definitivamente annientate dal punto di vista della tutela ambientale e della salute pubblica dopo decenni di grave sofferenza (ai primi posti in Italia per malattie e malformazioni neonatali causate dall’inquinamento).

Eppure…

– ENI aveva dichiarato che avrebbe rispettato la volontà dei Comuni di Livorno e Collesalvetti; proseguendo solo con il loro consenso

– i sindaci ed i consigli comunali di Livorno e Collesalvetti hanno approvato documenti in cui esprimono totale contrarietà al progetto

– la Regione Toscana aveva dichiarato di inserire nella pianificazione solo impianti approvati dalle comunità locali che devono ospitarli

Che fine hanno fatto tutte queste promesse?

Nel comunicato stampa diffuso dal Comune di Livorno, il rilancio del progetto del mega-inceneritore stranamente non compare, salvo poi venire annunciato in pompa magna sui giornali locali e nazionali.

La scusa per rilanciare un tale obbrobrio non può essere la crisi energetica, né il ricatto occupazionale.

Per fare un esempio concreto, la Spagna lo scorso anno ha prodotto la metà del proprio fabbisogno energetico mediante impianti eolici.

Chi vuole rendersi davvero indipendente dall’estero e mettere in sicurezza la propria nazione punta su soluzioni di questo tipo, non certo bruciando rifiuti, devastando l’ambiente e incrementando la crisi climatica… solo per ottenere un po’ di metanolo da mescolare alla benzina.

Chi vuole salvare i posti di lavoro si occupa di progetti ad alto tasso di manodopera, non certo pensando a forni per rifiuti, che possono occupare al massimo poche decine di persone.

Chiediamo pubblicamente chiarimenti ai sindaci di Livorno e Collesalvetti, Luca Salvetti e Adelio Antolini, al consigliere regionale eletto a Livorno Francesco Gazzetti ed all’assessore regionale Monia Monni.

Livorno deve essere salvata dall’ennesimo disastro ambientale.

Il terreno della raffineria da bonificare; 40 anni di inceneritore Aamps (che ha portato l’azienda quasi al fallimento); lo scandalo Lonzi-Rari (emerso dall’inchiesta della procura antimafia); la spada di damocle rappresentata dalla discarica a Limoncino (rifiuti industriali in mezzo al parco delle colline livornesi!); bastano e avanzano per fare di Livorno una città finalmente libera dal traffico di rifiuti e per concentrare il lavoro delle istituzioni su soluzioni occupazionali prive di impatto ambientale.
Questa è la vera economia circolare”.

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