Cronaca 19 Ottobre 2018

Assemblea Cgil, il discorso di Zannotti

Per le amministrative 2019 marcato posizionamento a sinistra e contro la destra

IV CONGRESSO CGIL PROVINCIA DI LIVORNO “LA STORIA SIAMO NOI”, Il discorso del segretario generale Fabrizio Zannotti.

“Autorità, gentili ospiti, delegate e delegati, compagne e compagni.

Benvenuti al IV Congresso della Cgil provincia di Livorno e al XVIII Congresso della Cgil nazionale

Prima di iniziare a entrare nel merito della mia relazione alcuni numeri:

Sono state effettuate 305 assemblee sui luoghi di lavoro che hanno visto la partecipazione di 13199 persone, pari al 30,28%.

Il documento 1 il “Lavoro è” ha ottenuto 12780 voti pari al 98,05% mentre il documento 2 “ Riprendiamoci tutto” ha ottenuto 254 voti pari al 1,95%.

Gli iscritti alla CGIL provincia di Livorno sono 55mila su circa 350mila abitanti della provincia di Livorno un dato che evidenzia il livello di rappresentanza e di salute della nostra organizzazione .

Risultato possibile grazie al lavoro delle categorie, dei delegati, e dei nostri servizi ai quali va il mio più sentito ringraziamento per il lavoro difficile che in questi anni hanno svolto.

Inoltre ringrazio tutte le compagne e i compagni di entrambi i documenti per aver gestito e reso possibile questa grande dimostrazione di democrazia che una grande organizzazione come la nostra ripete da anni.

Situazione economica della provincia

Inizio la mia relazione tracciando un quadro della situazione economica della nostra provincia:

Il dato 2017 del valore aggiunto della provincia livornese (+0,7%) è in linea con la media regionale (0,6%). Nel settore terziario (+0,9%) si registra un incremento maggiore che nell’industria (+0,6%). Il comparto edile continua invece a far registrare una tendenza negativa. Da evidenziare una notevole performance delle esportazioni (+12%) e una modesta crescita del reddito disponibile per i privati (+1,49%). La performance occupazionale annuale è piuttosto buona (+2%). In calo il tasso di disoccupazione (dal 10,2% al 6,8%, secondo i dati medi Istat che forse però sopravvalutano il miglioramento in corso). Diminuisce invece notevolmente la componente autonoma dell’occupazione (-8%).

In linea con la media regionale, la cassa integrazione autorizzata si è ridotta di circa un terzo nel 2017. Livorno resta però la provincia con maggiore incidenza cassintegrati/dipendenti: circa il 3%.

Facendo il punto su dati e stime pluriennali (2013-2018), la provincia livornese risulta avere una performance del valore aggiunto poco al di sotto della media regionale (4,3% invece di 4,5%) e un peggior risultato delle esportazioni (-14,5% contro una crescita di circa i 10% a livello regionale).

Rispetto ai dati del mercato del lavoro, il recupero occupazionale livornese nel periodo post-crisi è irrisorio (+1,9% contro una media regionale del +3,6%), anche se la disoccupazione è in diminuzione. I dati Irpet indicano che per recuperare i dati occupazionali pre-crisi occorre un recupero di circa 20.000 posti di Lavoro .

Anche se i dati sulla disoccupazione migliorano il lavoro, come dirò poi in seguito, è caratterizzato da forte precarietà e stagionalità.

Il lavoro è cioè suddiviso in due classi: da una parte troviamo lavoro altamente qualificato, dall’altra c’è lavoro a bassa specializzazione soggetto a alto tasso di sfruttamento e di precarizzazione.

Questi sono i numeri che rappresentano la nostra organizzazione e i dati della provincia. Parto da questi per entrare nel merito della mia relazione.

112 anni di Cgil: siamo un pezzo di storia dell’Italia

La CGIL é un’organizzazione che ha attraversato 112 anni di storia senza cambiare nome ma soprattutto senza cambiare identità: ecco perchè rappresentiamo un pezzo importante della storia di questo Paese e ancora oggi siamo il riferimenti di molte persone.

In questi 112 anni abbiamo attraversato un periodo storico duro e drammatico, tra guerre mondiali e fascismo: è anche grazie al nostro contributo che è nato uno Stato democratico.

E’ anche grazie alla Cgil se è venuta alla luce la nostra meravigliosa Costituzione.

Abbiamo resistito alla mafia e al terrorismo, riuscendo a far emancipare la classe operaia.

Abbiamo combattuto contro il malcostume, la corruzione e l’impoverimento culturale e morale del Paese.

E’ quindi anche grazie alla Cgil se nel Paese si è sviluppata una coscienza nazionale basata sulla democrazia, la libertà e la tolleranza.

E’ anche grazie alla Cgil se in Europa è stato avviato il percorso di pace fratellanza e libertà tra popoli diversi.

La storia è importante perchè ci deve aiutare a far diradare la soffocante nebbia che sta avvolgendo il nostro tempo, soprattutto in materia di immigrazione, Europa e diritti delle donne.

Cerco di dare una rapida lettura di quello che sta succedendo oggi nel Paese su i temi più discussi.

Guerre, fascismi, razzismi e immigrati

La storia siamo noi perché:

Nel 2003, alla vigilia della Guerra Afghanistan e Iraq, ho avuto l’onore di parlare in piazza Grande a Livorno in rappresentanza della Cgil. Stavamo vivendo un’epoca di pace e la Cgil insieme a molte altre associazioni si stava battendo affinché come previsto dalla nostra Costituzione si risolvessero i conflitti non attraverso le armi o le guerre ma attraverso il dialogo, la pace e il buon senso.

Bene, a distanza di 15 anni ci troviamo in un’epoca di guerra sempre più estesa.

Esistono territori del nord Africa oramai in guerra permanente. E la cosa più preoccupante è che la guerra non fa più notizia.

Proprio quelle forze politiche che hanno voluto, sostenuto, incentivato l’uso delle armi e della guerra come soluzione delle controversie tendono a criminalizzare, denigrare con atteggiamenti xenofobi e razzisti le persone che scappano dalle guerre e dalla disperazione che loro stessi hanno voluto e sostenuto, invadendo destabilizzando e rendendo più povere le vite di queste persone.

Se agli inizi degli anni Duemila le bandiere della Pace appese alle finestre erano un segnale di ribellione, speranza e fratellanza contro un comune nemico, la guerra, oggi il nemico è cambiato: non è più la guerra bensì colui che scappa dalle guerre.

Oggi il nemico è il sistema di accoglienza sperimentato dal Comune di Riace: da questo congresso porto la nostra solidarietà al sindaco di Riace

No signori, fuorilegge è chi va contro i principi della Costituzione mettendo in atto una politica che incentiva guerre e disperazione a soli fini economici.

Il mondo deve vivere in pace e in armonia.

Fuorilegge perchè corrotto e disonesto è chi ruba 49 milioni di euro, non chi in mezzo al mare cerca disperatamente una mano a cui aggrapparsi per non morire.

Cosa avremmo potuto realizzare con quei 49 milioni di euro in quei Paesi dove si vive con meno di un dollaro il giorno? Acqua, cibo, vaccini. Avremo potuto regalare un futuro a popolazioni che vivono ogni giorno in modo disumano.

Insomma, fuorilegge è chi ha violato la Costituzione che la Cgil ha contribuito a creare.

Perchè la Costituzione, è bene ricordarlo sempre, ripudia la guerra come soluzione delle controversie.

Sono convinto che fino a quando non si ritrova la Pace nel mondo, fino a quando le persone muoiono a causa di guerre, carestie, noi possiamo chiudere i confini, chiudere gli occhi, dire “padroni a casa nostra”, usare ruspe, individuare nel debole il nemico, costruire muri con filo spinato: ma quando l’uomo vuole la libertà, quando l’uomo vuole la dignità, quando l’uomo ha bisogno di far sopravvivere la propria famiglia, tutto quello che noi cercheremo di impedire alla fine avverrà, come è avvenuto in passato quando noi siamo emigrati in altri Paesi nella speranza di trovare un futuro migliore.

In Memoria dei compagni e delle compagne morte

La Cgil si è battuta contro l’intolleranza, il fascismo, gli stati totalitari.

La Cgil, più di ogni altro soggetto, è stato bersaglio di vili e inumani attacchi fascisti e nazisti.

Molti compagni sono morti: ricordarli è un obbligo, è anche grazie a loro se oggi possiamo vivere in libertà.

Compagni morti, sedi bruciate, deportazioni, fucilazioni. Malgrado tutto questo orrore siamo sopravvissuti. Combattendo. Resistendo. Ieri abbiamo contribuito a far nascere la Costituzione italiana e lo Stato democratico. Oggi e nel futuro ci batteremo per difendere quei valori e quei principi su cui si basa la Costituzione e per una Europa dei diritti e di solidarietà.

Pronti a una Nuova Resistenza

La storia siamo noi, “Bella ciao” che siamo partiti e che partiremo.

Oggi come allora, se verranno messi in discussione i valori fondamentali della nostra democrazia e della nostra Costituzione e per l’Europa.

Dev’essere chiaro a tutti che in caso di una pericolosa deriva in Europa e nel Paese la CGIL e le altre forze democratiche antifasciste e antirazziste del Paese, torneranno a fare la propria parte. E a resistere. E lo faranno con una sola voce come fecero negli anni bui.

Lo ribadiamo a gran voce:

“Noi non ce ne andremo in silenzio nella notte abbassando lo sguardo e la testa. Noi non ci arrenderemo senza combattere”.

Noi ci batteremo per la democrazia, la libertà .

Noi siamo e saremo in quel caso la nuova Resistenza con forme nuove ma sempre Resistenza.

Europa

La storia siamo noi perché abbiamo contribuire a inventare l’Europa, l’abbiamo costruita, forse con qualche difetto, ma l’abbiamo voluta con forza a beneficio delle future generazioni. Abbiamo voluto l’Europa con la consapevolezza che non sarebbe stato un percorso facile, l’abbiamo voluta perché è bellissimo viaggiare senza visti e passaporti. L’abbiamo voluta per far incontrare, discutere comunicare in maniera civile e democratica migliaia di persone.

L’abbiamo voluta per creare un’area geografica in cui la libertà e la speranza si sostituissero alle guerre disastrose che abbiamo visto negli ultimi 100 anni.

E’ questa l’Europa che desideriamo?

Ma è questa l’Europa che desideriamo? No, non lo è. Ma niente è perfetto. Anche noi abbiamo limiti, commettiamo errori e sbagliamo.

Occorre un’altra Europa, un’Europa che si basi di più sui diritti, sulla dignità, sull’accettare usanze colori e lingue diverse, senza egoismi.

La Cgil ha delle proposte per cambiare l’Europa, ovvero:

1. nuovi strumenti di politica economica per aumentare gli investimenti finalizzati alla creazione di lavoro (Eurobond)

2. intervento diretto nella programmazione

3. attuazione di strategie specifiche rivolte alle aree più in difficoltà (strategia macro regionale mediterranea)

4. conferma dell’entità e della destinazione delle risorse finalizzate alle politiche di coesione europee, cancellazione del Fiscal Compact e scorporo dal deficit della spesa destinata al rilancio dell’economia

5. omogeneizzazione delle politiche, a partire da quelle fiscali, con l’obiettivo di accelerare gli interventi, evitare competizione al ribasso fra i Paesi, contrastare le delocalizzazioni,

6. contrastare l’evasione e le frodi e incentivare protocolli per la tracciabilità della spesa. Riformare le istituzioni economiche a partire dalla Banca Centrale Europea, affinché acquisiscano anche l’obiettivo della piena e buona occupazione e completare l’unione bancaria europea con la revisione del “bail-in” (risoluzione di crisi bancaria tramite l’esclusivo coinvolgimento di azionisti, obbligazionisti, correntisti della banca stessa)

7. introduzione della clausola sociale. Ricostruire un quadro comune di diritti del lavoro (Carta Europea dei Diritti) che preveda la progressiva armonizzazione dei trattamenti economici, normativi e di protezione sociale e introduca tutele salariali minime. Rafforzare la contrattazione collettiva per eliminare la competizione contrattuale e sociale: tutto ciò sarebbe possibile grazie all’applicazione delle leggi e dei contratti del Paese in cui i lavoratori e le lavoratrici svolgono la propria attività, se di miglior favore, a prescindere dallo Stato in cui l’impresa ha sede.

Resta inteso che l’Italia non deve essere condannata all’esercizio della sostenibilità finanziaria, riducendo il perimetro pubblico e adottando politiche di austerità. Il principio del pareggio di bilancio va ad esempio cancellato.

“Due piazze per i diritti”

La Cgil di Livorno su molti di questi temi si è battuta per prima.

Nel 2004, all’indomani della crisi della Delphi, la Cgil proclamò uno sciopero generale dal titolo “Due piazze per i diritti” dedicato ai temi della delocalizzazione, del precariato e degli appalti chiamando la provincia ad una grande manifestazione.

Purtroppo, come accade spesso anche oggi, quell’iniziativa fu interpretata troppo in modo politico e non sindacale. La segreteria Cgil di allora seppe comunque leggere il momento drammatico del territorio. Oggi quelle proposte sono ancora valide e contenute nel nostro piano del lavoro.

Delocalizzazioni

Il tema della delocalizzazione è un tema reale, oggi come ieri.

Le segreterie che si sono susseguite chiedevano a gran voce un intervento straordinario per la provincia, intervento avvenuto ma purtroppo in ritardo con il riconoscimento delle aree in crisi di Livorno e Piombino.

Se in passato dicevamo “pensare globalmente e agire localmente”, oggi forse lo slogan dovrebbe essere “unire i diritti globalmente per tutelare il lavoro localmente”.

Ci si salva tutti insieme: torniamo a parlare di “Noi”

Per alcuni esponenti politici la risposta è rinchiudersi dentro i confini di uno Stato, teorizzare i contratti aziendali o individuali, sostenere il principio dell'”essere imprenditori di noi stessi”, difendere la legge Fornero e il Jobs Act. Alcune forze politiche hanno sostenuto che non siamo al passo con i tempi. Qualcuno ci ha pure goffamente sbeffeggiato: ricordate la storia del gettone e dell’I-Phone? C’è anche chi ha cercato di mettere i lavoratori stessi contro la Cgil, “rappresentatevi da soli”. Questi politici in realtà non hanno capito niente.

Il singolo, da solo, non può salvarsi.

Da soli non si riesce a trovare la via d’uscita dal tunnel. Bisogna avere qualcuno accanto a noi, tenersi per mano. Ogni uomo ha bisogno di tanti altri individui al suo fianco.

Basta parlare di “io”.

Bisogna finalmente tornare a parlare di “Noi”.

Bisogna riscoprire il valore del senso di comunità. Vale per l’Europa, per l’Italia e anche per la nostra provincia: non sarà “l’uomo da solo al comando” a farci uscire da questa crisi.

Nel mondo della comunicazione globale e della rottura dei rapporti sociali il mercato selvaggio è dominato da app e da algoritmi. Il virtuale ha spesso preso il posto della vita reale. La risposta della Cgil a questa situazione deve basarsi sul garantire diritti e salari a partire dal livello europeo. L’Europa non può essere solo mercati e finanza. L’Europa deve essere sempre più sinonimo di diritti universali e di regole certe per contrastare dumping contrattuali e delocalizzazioni.

Donne: le loro battaglie sono le nostre

La storia siamo noi a difesa e a tutela delle donne, a difesa della loro libertà e del loro diritto di essere libere di scegliere. A difesa del loro diritto a avere un lavoro dignitoso. Affinchè le donne possano continuare a essere protagoniste e non discriminate o umiliate.

Le battaglie delle donne sono le battaglie di tutti, sono le battaglie della Cgil. Le battaglie del movimento femminista hanno permesso di conquistare importanti spazi di libertà prima negati.

Quelle conquiste vanno protette e messe nuovamente al centro del dibattito politico: per questo condivido la posizione assunta dalle compagne lo scorso 6 Ottobre a Roma nel corso dell’assemblea nazionale “Belle Ciao”.

Anche noi a partire da questo congresso dovremo dimostrare di essere maturi e di saper dar giusta dignità alle donne.

Per fare questo ognuno di noi dovrà mettere in discussione una parte del proprio orgoglio, perché solo con la cessione di spazi e il buon senso riusciremo a ottenere obiettivi importanti per noi e per le compagne della nostra organizzazione.

Però non possiamo ricordarci delle compagne solo in occasione dei congressi. Il rispetto del lavoro, dei diritti e della dignità delle donne dev’essere un impegno quotidiano.

Una Frase sulle donne

“Le donne hanno sempre dovuto lottare doppiamente. Hanno sempre dovuto portare due pesi, quello privato e quello sociale. Le donne sono la colonna vertebrale delle società”

Questa frase non è mia ma è di una grande donna che è stata sbeffeggiata, umiliata, attaccata anche dalla solita forza politica che oggi mette in discussione conquiste importanti, forza politica che, purtroppo, oggi governa il Paese.

Una grande donna che seppur malata e stanca in qualità di senatore a vita andava a esercitare il proprio diritto di voto in Parlamento: Rita Levi Montalcini. Per questo motivo è stata umiliata, attaccate e derisa. Per noi rimane invece un esempio importante.

Diversamente Abili

Un altro tema che trattiamo poco e male è il tema dei diversamente abili.

Questo è un altro tema di civiltà: dalla scuola dove mancano l’insegnanti di sostegno, al momento nel quale arrivati alla maggiore età le famiglie sono abbandonate dallo Stato.

Dobbiamo trovare il modo per dare opportunità di lavoro e sostegno a queste persone e alle loro famiglie.

Abbiamo la memoria lunga

La memoria della Cgil non è affatto corta. Ricordiamo bene le politiche messe in campo da chi ci ha governato molti degli ultimi 20 anni.

Formazione, scuola, ammortizzatori sociali

La storia siamo noi, perchè difendiamo il diritto allo studio e alla formazione.

La nazione più democratica del mondo ha messo dei bambini in gabbia per dividerli dai genitori solo perché figli di immigrati: se penso che quel modello e quel leader è punto di riferimento per forze politiche del nostro paese rabbrividisco.

Viviamo in un mondo dove migliaia di bambini non studiano e non hanno accesso a una formazione scolastica di base. E quando sono fortunati questi bambini studiano tra la spazzatura. E quando lo scopriamo noi, “padroni in casa nostra”, “rivoluzionari da tastiera”, ci turbiamo, ci scandalizziamo, specialmente se la notizia circola sui social come è accaduto per il video di quella bambina, Halime C., 11 anni, profuga dalle guerre arrivata in Turchia circa un anno fa.

Nel mentre ci turbiamo per questi fatti, noi italiani non ci sdegniamo quando in Italia molti Comuni vietano e escludono bambini stranieri dalle scuole e quando viene negata la mensa ad un bambino povero, quando non si dà accesso a tutti ad un diritto universale come lo studio.

La domanda è: perchè?

Qual è la differenza tra i bambini in gabbia e il negare solo per razzismo o povertà la possibilità di studiare? Perché da noi, nella civilissima Italia, non ci turbiamo?

Siamo solo degli ipocriti che ci scandalizziamo per Halime e non ci turbiamo per tutto il resto che accade con la stessa violenza nel nostro Paese.

Queste cose in Italia non devono e non possono essere tollerate.

Proprio perché la storia siamo noi e perché come Cgil abbiamo intrapreso battaglie per il diritto allo studio abbiamo idee chiare sul tema.

Il sistema pubblico dell’istruzione e della formazione rappresenta l’altra chiave di accesso all’inclusione sociale e all’esercizio della cittadinanza, oltre che una risorsa essenziale per lo sviluppo economico e democratico di un Paese, vogliamo un popolo di ingegnieri e laureati non di ignoranti.

Per questo occorre rispondere con forza alla povertà educativa e alla nuova segregazione sociale, ai divari territoriali, oltre che alle nuove sfide dell’innovazione tecnologica. Rivendichiamo:

a) l’accesso universale al sistema educativo pubblico integrato – generalizzando la scuola dell’infanzia – da 0 a 6 anni, con intervento prioritario nel Sud del Paese;

b) l’innalzamento dei livelli di istruzione e l’obbligo scolastico a 18 anni, da perseguire in funzione del riordino dei cicli del nostro sistema d’istruzione;

c) il governo contrattato dell’alternanza scuola-lavoro intesa come metodologia didattica;

d) il potenziamento qualitativo e quantitativo dell’utilizzo degli apprendistati formativi;

e) il diritto soggettivo all’apprendimento permanente e alla formazione in ogni fase della propria vita e maggior sostegno al diritto allo studio e realizzazione dell’effettiva gratuità per il percorso di istruzione.

La storia simo noi che abbiamo fatto l’Italia e abbiamo fatto battaglie fabbrica per fabbrica per il diritto allo studio e alla formazione per far in modo e urlare a gran voce che “anche l’operaio vuole il figlio dottore”.

Formazione continua e sostegno al reddito

Un altro grande tema è quello riguardante la formazione continua, la riqualificazione delle persone espulse dal mondo del lavoro e il sostegno al reddito.

Temi fondamentali specialmente per il nostro territorio dove ci sono ben due aree di crisi e 19.000 persone sotto sostegno al reddito.

La nostra proposta è un reddito di garanzia e continuità. Aspettiamo di vedere il testo normativo sul reddito di cittadinanza per effettuare le nostre valutazioni, ma ci auguriamo che sia prevista la contribuzione figurativa, altrimenti sarà solo carità.

Tale strumento dovrà essere collegato all’obbligo di attivazione di percorsi formativi o di riqualificazione pubblici utilizzando istituti scolastici, perché nelle aree di crisi come le nostre i soldi della formazione e la gestione del reinserimento nel mondo del lavoro sono privatizzate e delegate ad agenzie formative o interinali, luoghi che tendono per loro natura a escludere e non a includere.

Anche in questo settore strategico il “pubblico” deve tornare protagonista.

Il sistema delle protezioni dovrà prevedere anche una revisione degli ammortizzatori in un’ottica universale, superando l’antitesi tra politiche attive e passive, garantendo prestazioni a chi oggi ne è privo e rivedendone criteri di accesso, durata e coperture. Gli ammortizzatori sociali devono servire a gestire le crisi.

Tutte le crisi: è assurdo che pezzi importanti del mondo del lavoro siano esclusi da questi strumenti difensivi, gli ammortizzatori sociali devono essere universali.

La povertà è strettamente legata anche al lavoro nero: un tema troppo spesso trattato con superficialità nei dibattiti pubblici.

La parità sociale e l’uguaglianza si deve attuare nel mercato del lavoro, durante la vita lavorativa e anche nella fase di accesso alla pensione.

Una prima proposta: occorre un patto serio tra tutti i soggetti per la trasparenza, inclusione e le pari opportunità nell’ingresso nel mondo del lavoro, attraverso un patto di formazione riqualificazione e inserimento.

E’ possibile sapere quali figure professionali sono necessarie sul territorio per fare una programmazione!

La storia siamo noi per le battaglie, i cortei e le manifestazioni per chiedere a gran voce sostegno al reddito per le aree di crisi complesse.

E lo voglio rivendicare con forza: senza scioperi della fame, senza occupazioni, senza manifestazioni che abbiamo messo in piedi oggi molte persone sarebbero in assoluta povertà. A chi dice che la Cgil provincia di Livorno non ha fatto abbastanza dico di riguardarsi i giornali degli ultimi anni: scoprirà un mondo di lotte, battaglie e vittorie.

Vittorie di tutte le compagne e i compagni che prima di me hanno dato tutto per la nostra organizzazione.

Temi locali

E’ arrivato il momento di affrontare i temi locali caldi.

La storia siamo noi anche nella nostra provincia, per le centinaia di crisi che abbiamo gestito.

Alcuni esempi:

La Vertenza AFERPI, non ancora conclusa, l’abbiamo gestita tra mille difficoltà, ma sempre in trincea al fianco dei lavoratori. Con questi non sono mancati confronti aspri, ma è naturale che sia così: la vertenza Aferpi è una trattativa molto complicata che coinvolge oltre 2mila lavoratori, più l’indotto che ancora oggi è in difficoltà.

La vertenza ENI ci ha visto protagonisti prima nel difendere lo stabilimento dalla vendita e successivamente al fianco delle ditte in appalto nel corso della prima e pesante gestione dell’applicazione del Jobs Act. Abbiamo lottato. Abbiamo resisitito. Abbiamo ottenuto risultati.

La Vertenza People Care: donne meravigliose hanno occupato quello stabilimento per oltre un mese. E la Cgil è stata al loro fianco, dall’inizio alla fine.

Le vertenze CIL, TRINSEO, EDISON, ELETTRA, SOL, TRELLEBORG; GBL anche qui siamo stati in mezzo ai lavoratori sempre. E in molti casi siamo riusciti

a sbloccare gli ammortizzatori sociali per sostenerli.

La Vertenza DELPHI, TRW, MTM: ancora oggi siamo al fianco di quei lavoratori, con difficoltà. Sì, con difficoltà: ma continueremo a star loro vicini. Doveroso in questo caso un appunto: quelle areee abbandonate gridano vendetta.

La Vertenza UNICOOP TIRRENO, e le centinaia di vertenze della FILCAMS. Come non ricordare ad esempio quanto successo al Porca Vacca.

La vertenza Caprilli, piscine comunali, AAMPS, AVR, CLC, The Space Cinema, Il Tirreno e le ditte dell’indotto ex Lucchini.

La battaglia sulle case della salute da parte dello Spi. Le battaglie sul sociale. Le battaglie sulla sanità: per un ospedale dignitoso e a difesa delle RSA. Tutte partite ancora non chiuse.

Le Iniziative della FILT sul porto, le battaglie sull’autotrasporto, la Filcams per la Porto 2000.

Ricordo le battaglie per la sicurezza e il rispetto delle regole nelle aree portuali, battaglie che hanno contribuito a produrre un protocollo che va sviluppato per dare voce agli RLS/RLST.

Per non parlare della vertenza Elia, la battaglia contro le false cooperative e contro l’applicazione dei contratti pirata, contro le cooperative senza terra e il Caporalato agricolo e industriale.

Sulla questione degli ammortizzatori sociali a Livorno abbiamo giocato un ruolo importante. Se non fosse stato per questo impegno forse non si sarebbero sbloccati questi paracaduti per le aree di crisi. Colgo a questo proposito l’occasione per chiedere un impegno al governo per finanziare la mobilità in deroga per il 2019, che si cambi la norma che impedisce a chi trova lavoro di mantenere l’ammortizzatore.

Queste sono le vertenze che abbiamo gestito.

Mentre ci difendevamo però abbiamo lanciato anche delle proposte.

Livello nazionale:

La Cgil è da sempre protagonista.

a) Il Piano del Lavoro.

b) Piano straordinario per l’occupazione giovanile e femminile e Laboratorio Sud.

c) La vertenza sulle pensioni, che ha segnato un vero e proprio punto di rottura nel Paese. Ferita aperta che non si è ancora rimarginata: un punto su cui ritonerò in seguito, perchè molto sentito nelle assemblee.

d) Le iniziative contro “Jobs Act” e “Buona Scuola”

e) La Carta dei Diritti Universali e i Referendum che abbiamo proposto, che hanno prodotto qualche importante risultato, che i compagni di tutta europa guardano con attenzione.

f) Il lavoro fatto su Industria 4.0

g) La Piattaforma sullo Sviluppo Sostenibile

h) Legge sul caporalato

i) L’iniziativa per ottenere il reddito di inclusione

l) Proposta di legge sugli appalti

m) La raccolta di firme sui fascismi

A Livello Locale:

1) Il piano del lavoro della provincia di Livorno 2013 aggiornato nel 2017

2) La vertenza sulle case della salute,e ospedale

3) L’avvio degli stati generali del lavoro

4) L’avvio della discussione sul Piano del lavoro Portuale e la sicurezza in porto

5) Le battaglie sul tema degli ammortizzatori sociali.

6) La discussione sugli appalti che faticosamente stiamo portando avanti: non ci sta aiutando nessuno, è doveroso rimarcarlo.

7) La caratterizzazione della nostra azione verso disoccupati e precari, con la manifestazione di dicembre

8) La proposta di dotare di un bollino le aziende che rispettano i diritti, in collaborazione con la Camera di commercio.

9) Le proposte sul dissesto idrogeologico, la cura del territorio e la mappatura delle criticità

10) Le nostre iniziative contro i fascismi insieme a Anpi Anpia e Arci

In questi anni abbiamo insomma elaborato tutta una serie di azioni e di documenti ampiamente condivisi e apprezzati dal gruppo dirigente della nostra organizzazione, che di per sè sarebbero già 90% della discussione programmatica del nostro congresso: anzi, invito la commissione politica a lavorare su quei temi.

Sugli Stati generali del lavoro abbiamo fallito

Un rammarico: insieme a CISL e UIL abbiamo creduto negli stati generali del lavoro.

A distanza di un anno possiamo dire che abbiamo fallito: un fallimento pesante, perchè dimostra l’incapacità di un territorio di crederci e di proporre iniziative condivise.

Detto questo, ribadiamo che in questa fase occorre selezionare e governare le politiche economiche secondo un modello alternativo, sostenibile, di crescita, sviluppo e giustizia sociale, che valorizzi il principio della legalità come necessaria precondizione

Sostenibilità ambientale

Un nuovo modello di sviluppo è rappresentato dalla cura del territorio e dal principio della sostenibilità ambientale, a partire dalle grandi direttrici: aria, acqua, terra e città verdi. Per non parlare dell’economia circolare quali criteri primari delle scelte, con effetti sul nostro sistema produttivo, sulla mobilità, sui nuovi modelli energetici rinnovabili.

Le alluvioni, gli incendi in Toscana e i crolli dei ponti ne sono un chiaro esempio di come lo Stato deve intervenire a tutela dell’ambiente, della mobilità ma soprattutto a tutela della vita delle persone.

Sostenibilità economica, sociale, ambientale e territoriale rappresentano i pilastri su cui fondare il nuovo modello di sviluppo finalizzato alla creazione di lavoro.

Ricostruire il quadro di governance territoriale

Occorre riproporre con forza il tema della ricostruzione di un quadro di governance territoriale e istituzionale che, alla luce delle riforme (es. aree metropolitane, province), ha indebolito la capacità di intervento nel territorio. L’assenza dell’istituzione Provincia in materia di lavoro si sta facendo sentire: non è possibile che ogni vertenza sia risolta in Regione o al Mise.

Occorre creare un nuovo strumento pubblico di governo delle politiche di sviluppo industriale, una nuova IRI o Agenzia per lo Sviluppo Industriale dove le scelte strategiche della politica possano trovare un luogo progettuale, programmatorio e operativo di governo, implementazione e coordinamento, da tradurre in un vero e proprio Programma Nazionale di Sviluppo per affermare filiere economiche strategiche per il Paese.

Energia

Il tema della produzione di energia e della decarbonizzazione, della conversione e innovazione dei siti produttivi, sono temi nazionali ma che riguardano anche il nostro territorio, anche perché o anticipiamo i processi oppure assisteremo come per ENEL alla perdita di siti produttivi e di forza lavoro.

Logistica e produzioni sostenibili

Come il grande tema della logistica e delle merci e delle produzioni ecosostenibili: temi da sviluppare sapendo che da questi temi passa il futuro del nostro territorio e della competizione del nostro sistema industriale. L’autostrada Tirrenica, i collegamenti viari e ferroviari e il Lotto Zero devono tornare al centro della discussione politica.

Opere nuove già “vecchie”

In tema di progettazione e realizzazione di opere l’Italia è lenta. Il paradosso è chiaro: quando le opere vengono finalmente realizzate sono già “vecchie”. Su questo punto il nostro territorio è da applausi: per lentezza, burocrazia e litigiosità.

Da 10 anni una maxi-buca

I disoccupati e le persone in difficoltà non possono e non devono più aspettare: il limite del buonsenso è stato ampiamente superato.

Porto sempre questo esempio: a Livorno è 10 anni che l’accesso al terminal principale del porto è crollato! In 10 anni non siamo riusciti a coprire quella maxi-buca. Come fa un Paese ad essere competitivo se non riesce a realizzare in tempi rapidi gli interventi più semplici?

Possiamo fare quanto ci pare marketing territoriale ma in realtà rischiamo di essere ridicoli verso tutti coloro che ci guardano.

Da noi, e solo da noi, deve partire la necessità di programmare sviluppare e costruire insieme quelle risposte che il tessuto sociale ed economico del nostro territorio ci chiedono.

Un territorio integrato

Occorre quindi partire da un disegno nuovo di territorio, un territorio integrato in cui ogni Comune deve mettere da parte i propri interessi territoriali, ricercando risposte sinergiche finalizzate a migliorare la qualità della vita e del lavoro.

Noi oggi lanciamo l’idea di un’area metropolitana di Tirrenia che unisca le Province di Livorno e Pisa come un unico soggetto economicamente integrato. L’auspicio è che al tempo stesso si avvii un coordinamento migliore tra le CGIL di Livorno e quella di Pisa sui grandi temi del territorio.

E’ ormai intollerabile il mancato avvio di nuovi processi di industrializzazione, a partire dalle aree deindustrializzate (Trw, Delphi, Ceramiche industriali. La questione bonifiche a Livorno e Piombino grida vendetta).

Per non parlare della necessità urgente della bonifica e della messa a disposizione del territorio.

La Presenza di aree SIN e SIR sul territorio sta rappresentando un freno a nuovi investimenti: possibile che da una difficoltà non si colgano le opportunità?

In un contesto di economia circolare, le bonifiche e l’impiantistica legata alle bonifiche puotrebbe rappresentare un volano per lo sviluppo del territori: non si può essere ecologisti a fasi alterne.

Diventa fondamentale la formazione dei lavoratori e una forte sinergia pubblico- privato per creare una filiera ecologica, finalizzata alle bonifiche e alla valorizzazione dell’ambiente.

Non possiamo perdere anche queste opportunità di lavoro.

Priorità:

1) Realizzazione in ogni sua parte del Piano Jindal e dei progetti legati al territorio di Piombino come ad esempio Pim (Piombino Industrie Marittime) e General Electric, cosi come concordato tra i soggetti istituzionali. Restano fondamentali la 398, le bonifiche e una soluzione positiva sulla vertenza Unicoop Tirreno.

2) Realizzazione della Darsena Europa, opera indispensabile per dare maggiore competitività e attrattività al territorio e occupazione di qualità. Importante anche la realizzazione del sistema logistico viario e ferroviario. Le istituzioni, a tutti i livelli, devono impegnarsi affinché i tempi di realizzazione siano certi e i più rapidi possibile.

3) Consolidamento delle imprese della componentistica auto, un consolidamento che passi attraverso innovazione tecnologica e ricerca. Per questo riteniamo importante anche il rilancio delll’Osservatorio regionale sulla componentistica.

4) Consolidamento e sviluppo della cantieristica Navale: rilanciamo a questo proposito il tema di un distretto nautico della costa, per sviluppare e creare nuove opportunità di lavoro, che coinvolgano principalmente risorse umane del territorio, anche attraverso una collaborazione stabile con le scuole. A tal proposito è necessario dare un nuovo impulso alle riparazioni e manutenzioni navali-diportistiche, ripristinando il prima possibile il bacino galleggiante e chiudere la gara per la concessione dei bacini, affidandoli a chi presenterà il miglior piano industriale con ricadute occupazionali più importanti. Occorre inoltre valorizzare le realtà presenti sul territorio, ma anche cogliere sinergicamente le prospettive future sul polo di Piombino.

5) Attrazione delle imprese della filiera della nautica, tenendo presente l’insediamento di imprese nautiche sull’area costiera, investendo sulle aziende locali e sui lavoratori del territorio. Molte delle lavorazioni a più alto valore aggiunto, tipiche di questa filiera, attualmente sono affidate a imprese esterne alla Toscana.

6) Energia: siamo convinti che l’energia alternativa rappresenti il futuro. Le società che producevano energia elettrica non possono però abbandonare le centrali senza prevedere compensazioni o, peggio ancora, non prevedere alcuna riconversione. Chiediamo un intervento dei Comuni e della Regione affinché si avvii una fase di riconversione.

7) Turismo e commercio. Il turismo è un volano importante per il rilancio produttivo di tutta la provincia: al di là dei territori segnati profondamente da una massiccia industrializzazione, esiste la Toscana, fatta di paesaggi incontaminati, eccellenze agroalimentari e luoghi permeati dalla creatività dei migliori artisti.

Il turismo ha grandi potenzialità. Un esempio su tutti: le crociere. Turismo che può rilanciare a sua volta il commercio, grazie anche alla valorizzazione di prodotti tipici e artigianali: attività di cui però le nostre strutture di accoglienza sono carenti. Turismo e commercio però sono anche settori il cui sviluppo deve essere costantemente monitorato: pretendo a tal proposito il rispetto del contratti nazionali, scoraggiando forme di lavoro precario e penalizzante.

8) Agricoltura: è necessario un rapporto chiaro tra uso del territorio, produzione vinicola e ortofrutticola di qualità, e la sua implementazione con le attività di produzione, tale da rilanciare il settore con un impatto positivo sull’occupazione, fermo restando il monitoraggio delle attività e l’utilizzo delle norme volte a combattere il caporalato. Abbiamo la certezza di avere delle eccellenze mondiali: il mercato ortofrutticolo delocalizzato in aree logistiche chiave può svolgere un’importante funzione commerciale per le imprese del territorio.

Occorre avviare un piano formativo e spiegare che oggi l’agricoltura può essere un volano importante per la ripresa dell’occupazione anche attraverso la formazione dei disoccupati.

9) Edilizia e Problema Casa

La Cgil ritiene che Livorno e i Comuni della sua provincia debbano recepire il codice etico e sulla base di quello attivare non solo gare a offerte economicamente più vantaggiose ma anche attivare parametri certi per quanto riguarda sicurezza, affidabilità, qualità e certezza della prestazione programmate sugli interventi per:

– l’edilizia abitativa con immobili a costi contenuti, a canone sociale e concordato

– promuovere il recupero, la ristrutturazione e la riqualificazione dei quartieri, dotandoli di infrastrutture sportive e socio culturali, in grado di aggregare giovani e anziani

– attivare politiche per la messa in sicurezza dell’edilizia scolastica e per l’adeguamento delle strutture alle nuove esigenze di socializzazione e di didattica.

-Visti i bruschi cambiamenti climatici e i necessari investimenti nelle abitazioni, dobbiamo mettere in campo incentivi all’investimento per costruire e ristrutturare le abitazioni con materiali eco-compatibili e a risparmio energico, e l’utilizzo di un bollino di rischio per la sicurezza delle abitazioni.

Credito

Il sistema bancario deve necessariamente recuperare il suo ruolo economico-sociale di intermediario tra raccolta del risparmio ed erogazione del credito, tralasciando politiche commerciali esclusive e di breve respiro e facendosi carico nuovamente e con sempre più forza del tema della responsabilità sociale d’impresa nei confronti di tutti i soggetti economici suoi interlocutori. Stiamo assistendo in questi anni alla chiusura di sportelli bancari e postali sul territorio che non sono accettabili.

Servizi al cittadino, diritto alla salute, assistenza alla salute, alla famiglia, all’infanzia e all’istruzione

Lo Stato sempre di più si sottrae al suo ruolo di attore sociale, attraverso norme e interventi che impoveriscono lo stato sociale e i servizi al cittadino complessivamente intesi, negando progressivamente i diritti basilari sanciti dalla Costituzione. Oltre ai disagi a cui è esposta la popolazione, che riscontra sempre maggiori difficoltà nell’erogazione dei servizi, si aggiunge il disagio dei lavoratori pubblici e di quelli privati che erogano servizi pubblici, questi ultimi gravati, inoltre, dal peso di operare in un sistema degli appalti che comprime i costi del lavoro. Non è un caso, quindi, che in tutti gli ambiti del lavoro pubblico siano aperte vertenze che coinvolgono un numero altissimo di lavoratori, dagli enti pubblici – ancora aperta la riforma parziale delle Province – alla sanità. Per non parlare dei carichi di lavoro sempre più gravosi, causati dalla mancanza di personale dovuta al blocco del turnover.

Particolare attenzione, sul nostro territorio, va posta sulla riorganizzazione e sulla prospettiva del servizio sanitario, il cui modello previsto stenta a partire. Ancora poco o nulla si è fatto per la realizzazione delle Case della salute. Senza contare che gli ospedali che dovevano lavorare in sinergia non sono ancora in effettiva relazione. A Livorno città manca inoltre un presidio ospedaliero degno di questo nome. La situazione non è affatto migliore all’Elba: nell’isola i servizi non sono adeguati, servirebbe un loro potenziamento.

Stiamo assistendo a un progressivo impoverimento del sistema sanitario territoriale a cui si deve assolutamente porre rimedio.

Non possono esistere territori con una sanità di serie A e altri con una sanità di serie B.

Di questo passo insomma l’ospedale di Livorno sarà Cisanello, con il ben servito ai litiganti, e un danno enorme per i cittadini.

I cittadini di questa provincia e di questo territorio meritano una sanità e strutture che siano moderne. Non ci interessa come, dove e in che modo: l’importante è che si realizzi qualcosa di concreto, efficente e moderno.

Per questo è utile affermare, con la nostra azione contrattuale inclusiva, una pari dignità tra lavoro ed impresa sui temi del governo e della sostenibilità dell’innovazione, fin dalla fase della sua progettazione. Anche al fine del miglioramento delle condizioni di lavoro. L’innovazione deve rispondere anche ai bisogni sociali e collettivi oggi inevasi attraverso governo e orientamento della domanda pubblica.

Il recente accordo con Confindustria va nella giusta direzione: applichiamolo a livello locale da subito, chiedendo al pubblico e al privato di dire ai propri associati di non accettare come soggetti appaltanti aziende che non applicano i Ccnl firamati da CGIL CISL UIL.

E’ in gioco la credibilità di tutti.

Contrattare l’algoritmo

Chiediamo di contrattare l’innovazione tecnologica: in tale ottica la nuova frontiera è contrattare l’algoritmo, i nuovi modelli organizzativi, la formazione.

L’obiettivo strategico dovrà essere la riduzione generalizzata degli orari e del tempo di lavoro a parità di salario. Tutto ciò finalizzando la redistribuzione dell’orario a favore dell’occupazione, della qualità del lavoro e della conciliazione dei tempi di vita.

Affermare i diritti di cittadinanza a partire dal lavoro significa rivendicare una nuova politica salariale, leva di crescita della domanda interna, che redistribuisca la ricchezza prodotta, valorizzi le competenze professionali e affermi il principio “eguale lavoro, eguale valore”.

Fisco equo e lotta seria all’evasione fiscale

Occorre una lotta seria all’evasione fiscale e non condoni.

Occorre un fisco equo e non una flat tax che in realtà colpisce solo lo stato sociale.

Servono regole europee universali per tutti i paesi dell’UE, basta Dumping Fiscale.

Questione morale

In Italia è aperta più che mai la questione morale: quando assistiamo a dichiarazioni vergognose sui rifiuti, quando si mette in gioco la salute dei bambini, quando si gioisce per le disgrazie altrui (come nel caso dell’alluvione) si comprende bene come la spregiudicatezza, la disonestà e il profitto abbiano fatto breccia anche sul nostro territorio.

Non basta parlare di onestà: bisogna attenenersi in concreto a determinati principi, per questo occore dialogo e confronto.

Trasfertisti esteri

Sul nostro territorio assistiamo a trasfertisti esteri ai quali non viene applicato il Ccnl di lavoro bensì il contratto del luogo di provenienza: questo metodo destabilizza il sistema, lo rende fragile e alimenta l’odio razziale e xenofobo distrugge l’economia locale e nazionale.

Mafie

Il nostro porto e il nostro territorio rischiano di diventare terreno fertile per le mafie, complice le condizioni di difficoltà in cui versano molti lavoratori.

Stiamo attenti, il sistema di infiltrazioni sta diventando preoccupate specialmente negli appalti.

Ripristinare l’articolo 18

In tutte le assemblee ci è stato chiesto di riprendere la battaglia contro il Jobs Act e soprattutto ci è stato chiesto di continuare a batterci per il ripristino dell’articolo 18.

Durante le assemblee è stata ribadita più volte la necessità di riconquistare il contratto a tempo indeterminato quale forma comune di rapporto di lavoro.

Sarebbe inoltre importante far applicare in maniera effettiva l’articolo 2112 del Codice civile nei cambi d’appalto, al fine di evitare le “operazioni lavatrice”, ossia la cancellazione dei diritti e delle storie sindacali a seguito del passaggio dei lavoratori da un’azienda all’altra a condizioni peggiori.

Questo non è ammissibile.

A seguito del cambio d’appalto i lavoratori devono mantenere come minimo le stesse condizioni, gli stessi diritti e lo stesso salario, non solo per i lavoratori ma anche a tutela delle imprese del territorio, le gare a ribasso stanno uccidendo il territorio, lo diciamo insieme questa cosa oppure no!

Confederalità

La confederalità non basta enunciarla ma va esercitata. Soprattutto bisogna fare i conti con noi stessi, e chiederci: quale confederalità vogliamo?

Se per me i diritti sono uguali per tutti i lavoratori, azienda per azienda, luogo di lavoro per luogo di lavoro, quartiere per quartiere, bisogna praticare la confederalità sempre e non enunciarla solo astrattamente.

Perché se noi accettiamo lavoratori di serie A, B, C…. , magari praticando dumping sociale nei vari livelli contrattuali o tra i confini contrattuali, saremo noi gli sconfitti, perché i lavoratori non ci capiranno.

Confederalità significa anche guardare a chi non ha niente, ai disoccupati e ai precari laddove si utilizza in modo spropositato il ricorso al lavoro straordinario e al precariato. Al costo anche di perdere consenso noi dobbiamo continuare a chiedere assunzioni, diritti e dignità.

La battaglia si vince li stando accanto al più debole, perche se miglioriamo le condizioni dei precari rafforziamo anche i lavoratori stabili , altrimenti perdiamo tutti.

Laddove si chiede un aumento di carichi di lavoro dobbiamo pretendere e contrattare le assunzioni e il rispetto delle norme di sicurezza. Non possiamo ridurre tutto a una questione di produttività. Una vita umana vale più di 100 euro da spendere in buoni benzina.

Perché il precariato non è solo il lavoratore con contratto a termine.

Oggi fa parte del precariato anche il lavoratore in appalto anche se assunto a tempo indeterminato, perché ogni anno c’è il rischio che la gara lo tagli fuori dall’azienda oppure che egli subisca un peggioramento pesante delle proprie condizioni.

Guardo tutti voi ospiti e autorità: occorre un accordo per i cambi di appalto sia nel pubblico e sia nel privato, a tutela dei lavoratori e delle aziende del territori, perché la clausola sociale è dignità per tutti, anche per le aziende del territorio oggi più che mai aggredite da aziende che non applicano i contratti nazionali ma contratti pirata. Occorre insomma dare gambe a livello locale agli accordi sulla rappresentanza, per difendere il Lavoro.

Un’assemblea dei delegati

E al congresso lancio una proposta sulla confederalità:

creare un’assemblea dei delegati in ogni Camera del lavoro della Provincia per parlare di politiche e strategie e per ridare slancio alla circolazione di idee e solidarietà tra Rsu/Rsa e Rls e Rlst. Chiedo dunque alle categorie di poter realizzare e mettere in campo questo strumento.

Sicurezza sul lavoro

Alla qualità delle retribuzioni e dei diritti si deve accompagnare il rispetto alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, anche alla luce del fatto che l’introduzione della digitalizzazione e dell’automazione comporteranno ulteriori nuovi fattori di rischio.

A fronte del peggioramento dei dati relativi agli infortuni sul lavoro, registrati a partire dall’inizio del 2018, occorre rilanciare una grande azione di prevenzione efficace, partecipata e diffusa (Piattaforma unitaria 2018) e definire una Strategia Nazionale che a partire dalla rivendicazione delle linee guida settoriali e degli strumenti mirati delle istituzioni (Regioni, INAIL, Servizi di Prevenzione e Vigilanza), attui attraverso la contrattazione azioni concrete e modelli contrattuali innovativi ed inclusivi a tutti i livelli – in particolare sugli appalti – sostenendo il ruolo della rappresentanza ed il sostegno dei diritti degli Rls, Rlst.

I lavoratori vogliono vivere, tornare a casa

Bene il protocollo sui porti ma occorre dare agibilità agli RLS e RLST, nel porto come in ogni sito produttivo. Serve un accordo sulle agibilità. Basta parole, adesso è arrivato il momento d’agire e di mettere in campo atti concreti, prima che si verifichino altri incidenti mortali. Siamo stufi e i lavoratori sono stufi delle condoglianze, degli scioperi o delle manifestazione in memoria dei deceduti: i lavoratori vogliono vivere, tornare a casa .

“Prossima uscita Provincia di Livorno 2019”

Mi avvio alle conclusioni,

Il titolo del nostro congresso – “Prossima uscita Provincia di Livorno 2019” – ha un significato forte e mirato.

In vista delle prossime elezioni amministrative la Cgil metterà a disposizione le proprie idee e proposte.

Non derogheremo ai nostri principi: dialogheremo con chi vorrà farlo e ci opporremo a chi vorrebbe riproporre politiche razziste, xenofobe e individualiste.

Parliamo e facciamo appello alla parte democratica, antifascista, antirazzista, solidale e onesta della nostra città, a queste persone in qualunque schieramento politico militino facciamo appello affinchè le Leggi Livornine siano oggi come allora lo spirito della maggioranza dei cittadini di questa città: non la consegniamo alla peggiore destra!

Noi saremo al vostro fianco ma voi dovete riuscire a mettere da parte egoismi e incomprensioni per costruire un futuro democratico e antifascista per la nostra città, ognuno di noi era ed è ex qualcosa, ma oggi e per il futuro vogliamo esse qualcosa chiamato libertà e democrazia.

Compagne e compagni morti per la democrazia

Prima dei chiudere vorrei dedicare una poesia alle donne, alle compagne della nostra organizzazione.

……..

La storia siamo noi.

Siamo noi quel quadratino rosso. Rosso come il sangue di uomini e donne che sono morti per la democrazia contro fascismo mafia e terrorismo.

In Italia e in Europa ci batteremo affinchè la loro Memoria e il loro sacrificio non sia vano.

Lo faremo da subito, si può uscire dalla crisi insieme, si può vivere in un mondo di pace, si può essere umani sempre.

Il futuro della provincia si decide a breve e la CGIL ci sarà come lo è stata al fianco dei cafoni all’epoca di Di Vittorio. Oggi saremo al fianco degli ultimi degli sfruttati per ridare dignità al lavoro. Noi non ci accontentiamo dei sussidi: mpo vogliamo il lavoro, perchè un uomo senza lavoro è un uomo senza dignità.

Compagni la CGIL è la storia e noi saremo in grado di portare quella storia nel futuro per il lavoro per i diritti .