Evasione a Livorno e sparo in aria, i sindacati elogiano gli agenti e mettono in evidenza le criticità della sicurezza
Roma 21 settembre 2022 – Evasione a Livorno fermata con uno sparo in aria, i sindacati mettono in evidenza le criticità ed elogiano l’operato degli agenti di polizia
“Scene da far west nel primo pomeriggio di ieri a Livorno, quando un detenuto accompagnato in tribunale per partecipare a un’udienza si è divincolato dalla scorta e ha tentato la fuga, costringendo la Polizia penitenziaria a esplodere con l’arma d’ordinanza due colpi in aria a scopo intimidatorio per fermarlo.
Lo riferisce Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria.
“L’episodio, dall’epilogo positivo, poteva avere conseguenze ben più gravi e mette ancora una volta a nudo la fragilità della sicurezza carceraria in senso lato e le immani difficoltà della Polizia penitenziaria, fatte soprattutto di disorganizzazione complessiva, carenza formativa, inadeguatezza degli organici e mancanza di equipaggiamenti” spiega il Segretario della UILPA PP, che si chiede: “cosa sarebbe successo se il detenuto non si fosse fermato all’alt intimatogli e ai colpi esplosi?”
“Quello di Livorno rappresenta uno dei casi di scuola sull’utilità della dotazione del taser anche per il Corpo di polizia penitenziaria, unica fra le forze di polizia a non possederlo, al fine di migliorarne le condizioni di operatività e di sicurezza in tutte le funzioni assimilabili a quelle disimpegnate dalle forze dell’ordine a competenza generale. Speriamo che l’esecutivo che emergerà dalle elezioni di domenica prossima vorrà farsi compiutamente carico dell’emergenza penitenziaria tuttora in atto e dei mali atavici che affliggono il Corpo di polizia penitenziaria e dovuti decenni di malgoverno”, conclude De Fazio.
Donato Capece, segretario generale del SAPPE, ha parole di elogio per i poliziotti che hanno sventato:
“E’ solamente grazie a loro se è stato possibile sventare la clamorosa fuga all’evaso
La pronta reazione ed il tempestivo intervento degli uomini della Polizia Penitenziaria di scorta hanno infatti permesso di sventare il grave evento.
Dopo un breve inseguimento, il fuggitivo è stato catturato. I nostri Agenti non hanno esitato a mettere a rischio la propria vita per fermare il fuggitivo, anche trovandosi costretti a sparare un colpo in aria.
Una cosa grave, che poteva creare ulteriori seri problemi alla sicurezza e all’incolumità dei poliziotti, dei detenuti e dei cittadini che in quel momento si trovavano nei pressi del Tribunale civile.
Ma la grave vicenda porta alla luce le priorità della sicurezza (spesso trascurate) con cui quotidianamente hanno a che fare le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria”.
Capece denuncia “una volta di più le quotidiane difficoltà operative con cui si confrontano quotidianamente le unità di Polizia Penitenziaria in servizio nei Nuclei Traduzioni e Piantonamenti dei penitenziari: agenti che sono sotto organico, non retribuiti degnamente, con poca formazione e aggiornamento professionale, impiegati in servizi quotidiani ben oltre le 9 ore di servizio, con mezzi di trasporto dei detenuti spessissimo inidonei a circolare per le strade del Paese, fermi nelle officine perché non ci sono soldi per ripararli o con centinaia di migliaia di chilometri già percorsi”.
Per il SAPPE, “quanto accaduto deve far capire ancora di più come e quanto è particolarmente stressante il lavoro in carcere per le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria e dei Nuclei Traduzioni e Piantonamenti che svolgono quotidianamente il servizio con professionalità, zelo, abnegazione e soprattutto umanità, pur in un contesto assai complicato per il ripetersi di eventi critici”.