Home 28 Giugno 2017

Bacino galleggiante, ma a che punto siamo?

La domanda se la stanno ponendo in molti, tra cui anche l’ex segretario generale Cgil Maurizio Strazzullo, membro del redivivo Comitato Portuale, ormai abolito dalla nuova normativa: “Ma a che punto siamo nella gara per l’assegnazione dei bacini di riparazione?” e “A chi spetta rimuovere la nave Urania, ormai abbandonata all’interno del bacino galleggiante?”.

In attesa di avere una posizione ufficiale del presidente dell’Autorità di Sistema Portuale,  Stefano Corsini, richiesta che abbiamo formalizzato ai suoi uffici, vi riportiamo quanto siamo riusciti a sapere da fonti intermedie. Le buste con le manifestazioni di interesse per la gara dei bacini sono ancora chiuse perché il bacino galleggiante è occupato dalla nave Urania. La struttura che deve andare a gara è infatti non disponibile e pure danneggiata. I danni alla nave, al bacino e la causa dell’incidente sarebbero oggetto di una controversia tra l’armatore e la compagnia di assicurazione, con il primo che avrebbe chiesto l’abbandono nave e l’altra che si sarebbe opposta. L’Autorità di Sistema sarebbe quindi di fronte a troppe variabili e non se la sentirebbe di prendere una decisione di autorità, senza ulteriori elementi.

Come uscirne? Una possibilità starebbe nell‘accertamento tecnico preventivo disposto dal giudice ai sensi del codice di procedura civile. Tale accertamento è già stato eseguito e sembra che si attenda solo il suo deposito in tribunale da parte del perito (CTU). L’accertamento fissa “lo stato dei luoghi, la qualità e le condizioni delle cose al fine di evitare che vengano dispersi elementi di prova rilevanti nel futuro giudizio di merito” (citiamo qui una definizione). Una volta depositato questo accertamento, quindi, l’Autorità di Sistema (o quella Marittima) avrebbe una “fotografia” della situazione e potrebbe finalmente rimuovere la nave Urania e dare di nuovo il via al bando di gara, senza timori di strascichi legali.

La palla è quindi in mano al perito del tribunale e al giudice, cui molti lavoratori e aziende guardano con attesa e attenzione.