Banchina 76, ordinanza di sgombero nei confronti di Azimut Benetti
e di "demolizione di quanto abusivamente realizzato". Giovedì il varo ufficiale del terzo mega-yacht
Livorno, 24 marzo 2019 – Con l’ordinanza n.5/2019 l’Autorità di Sistema del Mar Tirreno Settentrionale ha ordinato ad Azimut Benetti di sgomberare le aree demaniali occupate presso la banchina 76 del Comparto Bacini e la “demolizione di quanto abusivamente realizzato”.
Ricostruiamo qui la vicenda seguendo punto per punto l’ordinanza.
Da sottolineare che quanti di voi volessero leggere il documento sul sito dell’Autorità di Sistema rimarranno delusi: non solo l’ordinanza non è stata pubblicata, ma non è neppure ottenibile con richiesta verbale. L’unico modo per averla ufficialmente è presentare una richiesta di accesso agli atti, i cui tempi sono di 30 giorni. E questo nonostante sia un atto pubblico.
Passiamo comunque a raccontare la vicenda.
Immediatamente dopo lo sblocco della banchina 76, il 10 gennaio, Azimut Benetti aveva richiesto l’utilizzo della banchina 76 del porto e l’occupazione “temporanea” delle aree occorrenti per l’allestimento dei giga-yacht. Quest’area, pur essendo vicina al cantiere,non è di Azimut Benetti ma è pubblica e fa parte del “Comparto dei bacini di carenaggio” per il quale è in corso la gara per la concessione dell’area. Per intendersi, la banchina 76 è quella accanto al bacino in muratura e di fronte alla banchina 75 che si può vedere dando le spalle allo yacht club. Azimut Benetti è anche uno dei concorrenti alla gara per l’assegnazione del comparto. La notizia del dislocamento degli yacht alla banchina 76 era già uscita nel corso di una conferenza stampa organizzata da Benetti, al cui tavolo sedevano (nell’ordine): il direttore marittimo della Toscana contrammiraglio Tarzia, il sindaco M5S Filippo Nogarin, Paolo Vitelli e il presidente Adsp Corsini.
In quella sede – era il 15 dicembre 2018 – era stato riportato ufficialmente che l’allestimento degli yacht da 100 metri sarebbe stato fatto nel comparto bacini, anziché nell’area privata di Benetti e che tale allestimento “temporaneo” sarebbe durato almeno sette mesi (da gennaio a luglio).
Dopo la richiesta accolta del 10 gennaio, esattamente il giorno 29, il personale dipendente dell’Autorità di Sistema rileva “interventi edilizi sulle aree demaniali” e “l’occupazione con cabine elettriche provvisorie ed altre strutture”. Questa foto – immaginiamo – può chiarire a che cosa si riferisse l’ordinanza:
Quella struttura con quattro interruttori collocata sul basamento in muratura è una cabina di trasformazione della media tensione. Dalla cabina partono dei cavi appoggiati per terra e poi sulla balaustra metallica del bacino in muratura (si riconosce dalla torretta in vetro del dock-master) che vanno ad essere collegati allo yacht in allestimento. La cabina elettrica è alimentata da dei cavi a media tensione (oltre 15mila volts) che sono stati passati sotto-terra lungo il cavedio tecnico del bacino in muratura: quindi stesi in un’area demaniale pubblica.
Il giorno successivo, il 30 gennaio, con nota AP n. 3703, l’ente dà avvio al procedimento per lo sgombero coattivo ex art.54 del codice della navigazione.
L’8 febbraio Azimut Benetti presenta le proprie osservazioni e inoltra la documentazione tecnica inerente gli impianti collocati in area demaniale, richiedendo il rilascio in sanatoria della autorizzazione.
11 giorni dopo il procedimento del 30/1, Azimut Benetti non ha ancora ottemperato allo sgombero, perché “con nota 12 febbraio 2019, prot. Ap. 5187” si rileva “la persistenza dell’occupazione con cabine elettriche provvisorie e altre strutture”.
L’ordinanza della Adsp usa termini abbastanza decisi: “considerato che la società Azimut Benetti non ha provveduto alla remissione in pristino stato delle aree oggetto dell’istanza continuando la loro utilizzazione” e “preso atto che la società ha disposto in modo arbitrario delle aree demaniali marittime assumendo la responsabilità di realizzare apprestamenti per impianti e strutture senza attendere la definizione del procedimento in cui era necessario disporre un adeguato confronto con gli organismi preposti alla tutela della sicurezza dei luoghi di lavoro in relazione a quanto era previsto di collocare nella banchina pubblica”
Su queste basi l’Adsp
ORDINA “lo sgombero, entro e non oltre sette giorni dalla notifica della presente ordinanza, delle aree demaniali marittime occupate presso la banchina 76 del comparto bacini, con remissione in pristino stato mediante la demolizione di quanto abusivamente realizzato”
e AVVERTE “che in caso di mancato adempimento alla remissione in pristino ed alla restituzione nei tempi delle aree demaniali marittime, si procederà allo sgombero coattivo con remissione delle spese, ai sensi dell’art. 84 del codice della navigazione, fermo restando l’applicazione delle sanzioni penali ed il risarcimento del maggior danno in sede civile.
Tutto ciò accadeva il 15 febbraio scorso. La settimana è trascorsa e probabilmente Azimut Benetti avrà esposto le proprie ragioni; poi è arrivato il provvedimento del tribunale che disponeva la sospensione dei vertici della Adsp con una vacatio poi interrotta con l’arrivo del commissario Verna.
A ieri la situazione era questa:
Non ci è per il momento dato sapere se e quali provvedimenti abbia preso l’Autorità di Sistema a fronte della mancata rimozione della cabina elettrica e dei cablaggi sottesi. E’ possibile che determinati passaggi amministrativi siano stati rallentati dalla mancanza del segretario generale e del presidente. Gli uffici preposti dell’Autorità di Sistema non potevano però fermarsi: infatti già dal 15 febbraio scorso, si disponeva l’invio dell’ordinanza alla “Direzione Sicurezza per il controllo dell’avvenuto sgombero da parte della società Azimut Benetti con obbligo di relazionare per i successivi adempimenti coattivi“, nonché l’invio alla “Direzione Demanio per l’applicazione dell’indennizzo previsto dal regolamento d’uso dei beni demaniali per le aree occupate, fino alla completa riconsegna delle aree demaniali marittime”.
Vediamo che prevede il regolamento d’uso dei beni demaniali. Anche questo documento non è disponibile sul sito dell’ente [forse è il caso che il commissario Verna, il segretario generale facente funzioni Gabriele Gargiulo e il dirigente al controllo interno, Claudio Capuano, provvedano ad aumentare la trasparenza dell’ente, visto che per leggere le ordinanze, i provvedimenti e i regolamenti non pubblicati non bisognerebbe dover presentare ogni volta istanza di accesso civico, ndr] ma se ne trova online una versione del 2014.
Quella versione del regolamento d’uso a pagina 25 prevede un “canone maggiorato del 200% per abusiva occupazione” e “Qualora sussistano i presupposti di abusiva occupazione di superfici demaniali o di inosservanza di disposizioni di legge o regolamento, gli ispettori dell’Autorità Portuale dovranno provvedere ad emettere ingiunzione di sgombero ai sensi dell’art. 54 Cod. Nav. ed a darne immediata comunicazione agli Organi di Polizia Giudiziaria (Capitaneria di Porto, Polmare, Polizia Municipale, Guardia di Finanza, etc.) per l’avvio della procedura di accertamento ai sensi degli articoli 54, 1161 e 1164 Cod. Nav. ed ai sensi dell’art. 347 codice procedura penale“.
Giovedì prossimo 28 marzo alle 12.30 verrà varato il terzo giga-yacht di Benetti, la cui destinazione dovrebbe essere il bacino in muratura. Dopo quanto accaduto Azimut Benetti potrà ancora portarlo nell’area demaniale?