Droga via Whatsapp, il dettaglio dell’operazione
Operazione “Porto nascosto”. Ordinavano la droga con Whatsapp. Smantellata dai Carabinieri di Livorno una rete di spaccio di cocaina proveniente dal Messico.
Nelle prime ore di ieri mattina, i Carabinieri della Compagnia di Livorno hanno dato esecuzione, in questa provincia ed in quella di Ravenna, ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Livorno, su richiesta della locale Procura, nei confronti di 8 persone, ritenute responsabili di spaccio di sostanza stupefacente del tipo “cocaina”. Una nona persona è indagata in stato di libertà per il medesimo reato.
L’indagine, denominata “Porto nascosto”, coordinata dal P.M. Massimo Mannucci, nasce nello scorso ottobre quando i militari dell’Arma, a seguito di risultanze derivanti dall’attività di controllo del territorio, riuscivano ad individuare in alcuni giovani livornesi (nati dal 1972 al 1986) i referenti dell’attività di approvvigionamento di sostanza stupefacente del tipo cocaina, che successivamente provvedevano a commercializzare a Livorno città.
È stata avviata così una complessa attività investigativa, con il supporto della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, che ha coordinato le attività all’estero e fornito supporto informativo e tecnico, che ha consentito di individuare il canale di rifornimento. La droga, stoccata in Messico, veniva trasportata via aereo da due donne, di origine messicana, ma residenti nel nostro Paese, che la occultavano abilmente sulla propria persona o all’interno dei propri bagagli. I viaggi transoceanici venivano effettuati con cadenza quadrimestrale.
È proprio al ritorno in uno dei loro viaggi dal Messico che le due donne venivano tratte in arresto nello scorso mese di giugno a Livorno e in provincia di Bologna, perché trovate complessivamente in possesso di 850 grammi di cocaina pura, nonché di materiale per il confezionamento e il taglio dello stupefacente.
Questa mattina, oltre alle due donne, sono stati arrestati anche sei italiani, di cui cinque livornesi ed un emiliano, accusati di aver immesso e ceduto lo stupefacente sulla piazza labronica, ove le consegne al dettaglio avvenivano su appuntamento concordato telefonicamente o tramite WhatsApp.
Le indagini hanno anche acclarato come, attraverso una tabaccheria di Livorno, venivano effettuati movimenti di denaro, sfruttando i circuiti finanziari di Postpay e WesternUnion, attraverso i quali venivano effettuate ricariche di tessere prepagate, al fine di alimentare il circuito illecito dello stupefacente proveniente dal Messico.
Alla luce dei gravi indizi di colpevolezza a carico degli indagati, raccolti dal Nucleo Operativo della Compagnia di Livorno, la Procura di Livorno ha richiesto per 7 degli indagati l’ordinanza di custodia cautelare in carcere e per 1 un altro gli arresti domiciliari, con l’accusa di concorso e detenzione ai fini di spaccio, trovando la piena concordanza da parte del Giudice per le Indagini Preliminari.
A carico di tutti e nove gli indagati sono state eseguite perquisizioni locali e personali.