Cronaca 1 Dicembre 2024

Lavoro e Formazione, l’analisi del convegno di Fratelli d’Italia

Livorno, 1 dicembre 2024 – ‘

Un’ampia platea di spettatori e un tavolo di relatori di livello per il convegno organizzato da Gioventù Nazionale sul tema di “Formazione, università e crisi aziendali: le opportunità e le sfide del mercato che cambia”.

A discutere di questi temi, sullo stimolo dei giovani di Fratelli d’Italia che hanno posto le domande introduttive c’erano l’europarlamentare Elena Donazzan, Alessandro Tomasi (sindaco di Pistoia e candidato in pectore per la presidenza della Regione), il prof. Massimo Miscusi, il prof. Nicola Castellano e Gabriele Sgueglia, presidente di Gioventù Nazionale Toscana. Presenti anche il senatore Lisei e l’on. Michelotti. A moderare l’incontro il Responsabile Giovani Eletti e presidente provinciale GN Alessandro Palumbo. E’ intervenuto per un saluto anche il Segretario dell’Autorità di sistema portuale Matteo Paroli.

Da segnalare l’assenza di Confindustria, che non è stata presente con alcun rappresentante, né col presidente Neri né col direttore Paoletti.

Palumbo ha raccontato in apertura le vicende che hanno portato a svolgere il convegno all’Hotel Palazzo, in sostituzione urgente del Teatro Quattro Mori originariamente confermato:

“Martedì pomeriggio mi chiamano dalla Questura e dalle redazioni per dirmi che l’evento era annullato, senza che ne sapessi nulla. Pare la Compagnia sia stata costretta a farlo per forti pressioni dai portuali, ma il motivo ufficiale sarebbe stato lo sciopero dei dipendenti proprio quel giorno. Deve ancora nascere chi mi fa annullare un evento”.
Il prof. Castellano ha aperto la riflessione sul lavoro tratteggiando la storia del polo universitario Sistemi Logistici, nato a Livorno nel 2006 su iniziativa Unipi, ma corale fin dalla sua nascita.

Un progetto che ha coinvolto Comune, AdSP e Fondazione Livorno. Un percorso di studio focalizzato anche sulle supply chain, e con laboratori di approfondimento con aziende del settore.

Il polo in questi anni ha laureato diverse centinaia di studenti, e vede un invidiabile tasso di occupazione (dati Alma Laurea), con appena tre mesi di attesa prima di ottenere il primo lavoro.
Sono quindi arrivati i saluti di Marco Lisei, commissario e coordinatore provinciale e poi di Marcella Amadio.

Anche il segretario dell’Autorità di Sistema Portuale, Matteo Paroli ha fatto i suoi saluti, dando il benvenuto a nome della AdSP e parlando dell’Intelligenza Artificiale applicata alla portualità

I rappresentanti di UGL (Unione Generale del Lavoro) sono poi intervenuti sul tema della sicurezza del lavoro.

A raccogliere i maggiori applausi è stato l’autorevole intervento della On. Donazzan, sui temi della formazione e della gestione delle crisi aziendali.

La Donazzan ha prima chiarito la funzione del sistema ITS (istruzione tecnologica superiore) come percorso non in contrapposizione con quello universitario. Citando il modello veneto, ha sottolineato come ogni biennio viene ricalibrata l’offerta formativa in sinergia con le esigenze delle economie del territorio.

Molto interessante l’analisi di Donazzan sulle crisi. La parlamentare ha sottolineato come la crisi attuale sia peggiore di quella del 2009, perché all’epoca le aziende avevano comunque più riserve e capacità per assorbirla.

“All’epoca ci inventammo la cassa integrazione in deroga. Abbiamo imparato che la crisi va presa in carico. La prima sentinella è spesso il lavoratore che vede il lavoro calare, mentre la gestione dell’azienda non ha interesse a renderlo noto e non può dirlo”. “Andiamo in azienda e parliamo con le RSU, innanzitutto per capire la gravità della situazione e per capire cosa fare: l’ammortizzatore da solo non basta”. “L’obbiettivo principale è la continuità produttiva, che poi porta con sé la salvaguardia dei posti di lavoro. Se si fa l’inverso le cose non funzionano”.

“Lo Stato – ha aggiunto Donazzan – non ha più soldi, in un contesto di crisi endogena dell’Europa”.

“L’automotive è stata messa in ginocchio dalle norme volute dall’Europa. L’ acciaio prodotto in Italia deve essere green, ma subisce il dumping di quello turco (non green).

Il prof. Miscusi, neurochirurgo, è intervenuto sull’aumento dei posti a medicina. “Il numero chiuso è uno dei maggiori esempi di immobilismo”. “Col nuovo Governo siamo entrati in un settore finora gestito dalla sinistra, guardati male”. “Per la prima volta la destra è in una commissione che lavora sulla riscrittura della L.240.”

“Un esempio delle cose che stanno cambiando – ha proseguito Miscusi – è la proposta di legge per modificare le regole di accesso a medicina. Tutti noi aspettavamo la riforma di un concorso lotteria sulla base di domande assurde che però decidevano il destino dei giovani; senza contare l’odioso mercato dei corsi privati di preparazione ai test”.

“Tutti i ragazzi potranno cimentarsi per un semestre, per arrivare poi a un test nazionale ad armi pari dopo un periodo di formazione fatta dall’università. Chi non lo supererà potrà mantenere comunque gli esami superati senza perdere l’anno accademico e senza perdere la borsa di studio”.

“Stiamo lavorando – ha concluso Miscusi – su un’altra legge sulle scuole di specializzazione: l’obbiettivo è porre rigore sulla certezza formativa, senza che venga sacrificata per tappare buchi del Servizio Sanitario”.

Gabriele Sgueglia ha ribadito l’importanza della formazione imprenditoriale, troppo spesso derivante dalla tradizione familiare più che che da reale inclinazione. Da qui la necessità di formare alla impresa, partendo dalla costruzione di un business plan.
L’On. Michelotti ha difeso la bontà del nuovo approccio ai problemi del lavoro e della formazione, applicato anche alle crisi aziendali. “La Regione Toscana – ha aggiunto – sulle crisi ha fatto solo assistenzialismo di facciata”.
Le conclusioni sono state fatte da Alessandro Tomasi, nella duplice veste di presidente di FdI Toscana e di candidato in pectore alla presidenza della Regione Toscana, obbiettivo che non è mai stato così vicino per il centrodestra.

“Stiamo già assistendo – ha esordito Tomasi – al tentativo di portare le prossime elezioni regionali sul tema del ‘nemico da battere’.

Ha poi avuto parole affettuose per i giovani: “il movimento giovanile è fondamentale. L’attuale Fratelli d’Italia deriva proprio dall’impegno di quelli che erano i ragazzi del movimento”.

Un appello poi all’importanza dei territori (Tomasi è attualmente sindaco di Pistoia): “Le città capoluogo sono diventati trainanti per l’intera provincia.

La formazione decentrata sta diventando una leva importante per il territorio: per esempio a Pistoia con agraria e ingegneria dei trasporti; si tratta di corsi non ‘fotocopia’, ma centrati sui bisogni del territorio”

“I nostri Its nascono dal basso: due corsi di metalmeccanica, faticosi da organizzare, anche per convincere Confindustria e senza promozione nelle scuole, ma sono la risposta alla manodopera che manca”.

A questo riguardo Tomasi ha ricordato come “Il sistema Germania investe miliardi su questo modello di formazione. In Toscana invece Enti e soggetti sono lasciati soli dalla Regione“.

Sempre sul tema dell’impresa: “Il mondo ormai è velocissimo. Bisogna parlare con le grandi aziende, chiedere di cosa hanno bisogno e di quali figure professionali necessitano. Fatto questo bisogna attivare borse pagate anche da fondazioni bancarie e formare i lavoratori”.

“Le aziende vanno seguite tutti i giorni, non solo quando arriva la crisi: bisogna darsi da fare per trovare investimenti”.

Tomasi ha poi chiuso parlando di infrastrutture. La Darsena Europa è stata pensata nel 2014, adesso siamo nel 2024, e siamo (ancora) alla Valutazione di impatto ambientale. Pare ci siano equilibri da tenere a livello ambientale, poi ci sono i tempi della realizzazione”.

“Mi sembra di registrare un atteggiamento di apertura, le risorse per completarla ci sono e ci saranno quando ci saranno i progetti esecutivi”.

“Tutti i dossier della Regione son sempre i soliti e sempre aperti (irrisolti). Se fossero stati completati e chiusi ci sarebbero adesso migliaia di posti di lavoro in più. Siamo ancora a discutere di temi vecchi di trenta anni.

Rischiamo di trascinarli ancora”. “Ci sarà da dire alcuni No, da mettere le risorse e completarli. Se non ci muoviamo, rischiamo di far scivolare la Toscana a livelli che questa regione non merita”.