“Gli annunci del Comune sui rifiuti sono fantasie: ecco i dati reali”
Così si esprime il Coordinamento provinciale Rifiuti-Zero Livorno dopo la conferenza di Nogarin
“Non riusciamo proprio a gioire per il raggiungimento della soglia del 65% di raccolta differenziata a Livorno, annunciata a ridosso della campagna elettorale, prima di tutto perché rappresenta un dato molto inferiore (il minimo obbligatorio per legge) rispetto a quello delle altre città di dimensioni analoghe, che all’indomani dell’estensione del porta-a-porta hanno raggiunto da subito risultati ben più alti, tra il 70% e l’80%: una conferma dei difetti nell’organizzazione del servizio, a partire dai fallimentari cassonetti con tessera magnetica, propinati ad oltre un quarto della popolazione.
La nostra amarezza è inoltre dovuta al fatto che tutto l’impegno dei livornesi non è servito né per ottenere una diminuzione tariffaria, sempre promessa ma poi rinviata, probabilmente a causa delle inefficienze e degli sprechi dell’azienda (a nostro avviso anche con l’inserimento in organico di nuovi dirigenti privi di esperienza di gestione dei rifiuti, con riferimento alla selezione del direttore operativo), né per una diminuzione dell’inquinamento ambientale, dato che tutto lo spazio liberato dai livornesi nell’inceneritore è stato e sarà utilizzato dalle altre città: lo smaltimento inquinante è rimasto agli stessi livelli di quando la differenziata era ferma al 40%.
Conoscendo la preoccupazione dei livornesi per l’impatto sanitario degli impianti di smaltimento, il Comune continua però ad affermare senza vergogna che nel piano Aamps è previsto “il percorso per disattivare l’inceneritore”. Purtroppo non è vero, basta leggere quel piano (delibera del Consiglio comunale n. 38/2019) per scoprire che l’azienda promette solo una futura “valutazione degli scenari”.
Nel piano aziendale sono invece previsti investimenti per l’inceneritore (pagati con la tariffa) pari a 2,7 milioni di euro nel prossimo triennio, che salgono a 3,9 milioni se si contano anche impianti legati al ciclo dell’inceneritore: il 73% degli investimenti sugli impianti aziendali è quindi legato all’inceneritore (pag. 100 del piano).
Neanche è possibile accettare la versione per cui con l’inceneritore si ripagano i debiti: non solo nel concordato si incolpa proprio l’inceneritore (privo ormai dal 2011 del finanziamento statale che lo sosteneva economicamente) per l’esplosione dei debiti, ma la riduzione dei debiti stessi coincide con l’importo degli aumenti tariffari negli ultimi 4 anni, pari a 15 milioni di euro, come chiaramente esposto a pag. 30 del bilancio 2016: quindi la riduzione dei debiti è basata solo sull’aumento della TARI deliberato nel 2015 e spalmato sul concordato“.
Coordinamento provinciale Rifiuti-Zero Livorno