Il Tirreno chiude diverse redazioni
La preoccupazione dell'assessore regionale Bugli della Giunta Rossi
“Chiudere una redazione fa sempre male. Rischia infatti di impoverire l’informazione locale, allontanando i giornalisti dai luoghi dove i fatti accadono e rendendo dunque il loro lavoro più difficile, anche in un mondo che grazie alla rete e alla tecnologia è sempre più connesso. Se poi, dopo la chiusura della redazioni, venisse ridotto anche lo spazio sulla carta e sul web riservato al racconto di quei territori, l’impoverimento diverrebbe una certezza”.
L’assessore alla presidenza della Toscana, Vittorio Bugli, commenta ed osserva con preoccupazione la decisione del Tirreno di chiudere dai prossimi giorni, con l’inizio di febbraio, le redazioni di Prato ed Empoli, della cui cronaca si occuperà d’ora in poi Pistoia.
“La chiusura non prevede la cancellazione di posti di lavoro. I giornalisti che lavoravano a Empoli e Prato saranno trasferiti altrove e continueranno a lavorare per il Tirreno. Ciononostante – sottolinea Bugli – è evidente che si perderà una presenza importante sul territorio, non solo simbolica. La perderanno soprattutto le comunità locali. Per questo spero che l’editore possa riflettere su questa scelta e tornare in futuro sui suoi passi“.
A Cecina e Pontedera le redazioni rimarranno, ma diventeranno parte di un’unica grande edizione con Livorno in un caso e Pisa nell’altro. “Una scelta organizzativa – prosegue Bugli – che auspico che non si accompagni ad una minora attenzione per quei territori”.
(Nella foto d’archivio la protesta dei poligrafici di maggio scorso)