Cronaca 11 Luglio 2022

Invalsi e scuola, Stop Comprensivi: il sistema criticato da chi ne fa parte

Livorno 11 luglio 2022

Prima dell’articolo la nota ricevuta dalla dirigenza della scuola Bartolena in merito a quanto scritto in questo comunicato da Stop Comprensivi che si erano firmati anche come docenti della scuola in oggetto:

“questa Dirigenza diffida formalmente dall’utilizzo del nome della Scuola Bartolena in relazione alle lettere inviate dalla sedicente rete o comitato StopComprensivi.

Nè gli organi collegiali nè l’assemblea dei lavoratori della Scuola Bartolena sono mai stati convocati o si sono espressi approvando il documento pubblicato in data odierna da codesta testata, come invece suggerisce la firma collettiva.

Questo sedicente gruppo di docenti consta di un ignoto numero di aderenti, che, non esponendosi con l’elenco delle firme dei sottoscrittori o attraverso il coinvolgimento ufficiale delle assemblee dei lavoratori, nulla può vantare in termini di rappresentanza delle scuole del primo ciclo del territorio livornese e certamente non della scuola Bartolena.

Prescindendo dal contenuto quasi denigratorio nei confronti di noi Dirigenti Scolastici, che siamo l’unica categoria insieme ai Direttori dei Servizi Generali e Amministrativi, ad aver accusato perdite di organico e siamo pertanto costretti alla mobilità, si fa presente che i docenti in moltissimi casi hanno optato volontariamente per  mantenere la continuità nei plessi di servizio ma che alcuni hanno volontariamente approfittato della comprensivizzazione per essere trasferiti in un plesso di maggior gradimento, sfruttando, legittimamente, il meccanismo di assegnazione delle sedi previsto per la circostanza del dimensionamento.

Non è accettabile che i senzanome di StopComprensivi si ergano a censori delle scelte legittime dei Dirigenti, che, come i docenti, hanno aspettative di vita e professionali che non sta certo a loro sindacare”.

I docenti  “Stop Comprensivi”;  “Invalsi e scuola: il sistema criticato da chi ne fa parte”

“Nell’Istruzione pubblica l’autoreferenzialità delle classi dirigenti è palese e dimostrata dal fatto che nessuno sembra domandarsi come mai i docenti esprimono una visione della scuola evidentemente incompatibile con quella della dirigenza.

L’autoreferenzialità e lo scollegamento dalla realtà di chi ha governato la scuola in questi ultimi anni è dimostrato dai risultati di queste ultime prove Invalsi.

E sinceramente siamo stanchi di dover registrare giustificazioni per le assenze.”

Si conclude con queste parole una lettera della consigliera Cristina Lucetti (PD), diffusa da LivornoPress, scritta dopo la pubblicazione delle statistiche relative alle prove Invalsi di quest’anno. È una lettera che trasuda scoramento e disagio. Ci sentiamo di condividere in pieno questi stati d’animo.

Ci stupisce però che sia la professoressa Lucetti a farsi portavoce di questa critica alla classe dirigente scollegata dalla realtà e che non ascolta la voce dei docenti.

 

Noi docenti di “Stop Comprensivi” avremmo voluto davvero essere ascoltati dalla nostra classe politica e dirigente – di cui la Lucetti è parte integrante – che non ha accolto i nostri inviti alle assemblee pubbliche, che si è rifiutata di incontrarci in presenza del garante per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, che ci ha rifiutato l’audizione nella VII commissione.

Una classe politica e dirigente che è andata avanti sulla strada della comprensivizzazione determinando accorpamenti e frazionamenti, causando tagli al personale, perdita di continuità didattica, impoverimento dell’offerta formativa, creando una scuola meno collegiale e più verticistica.

Lo ha fatto adducendo come unica motivazione che il sistema è questo e occorre adeguarsi a quello che fanno tutti, e adesso si trova a far parte del coro di chi si lamenta dell’inadeguatezza del sistema.

Per concludere, una riflessione.

Sarebbe interessante sapere chi fra i dirigenti scolastici che hanno appoggiato il processo di comprensivizzazione abbia scelto di restare in uno dei pezzi della propria vecchia scuola per gestire il processo in prima linea.

Sarebbe buffo scoprire che tutti o quasi hanno chiesto il trasferimento alle superiori o fuori città.

E chissà se chi non sarà accontentato un giorno si lamenterà dell’inadeguatezza del sistema che ha sostenuto fino ad oggi”.

 

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