Ipercoop, le incognite sulla destinazione e sui posti di lavoro
Ipercoop, le incognite sulla destinazione e sui posti di lavoro
“A giugno si riapre la vertenza su via Mastacchi”
E’ nebbia fitta – come espongono Segreteria Cgil, Filcams e Flai – sulla destinazione della parte non-food dell’Ipercoop di Porta a Terra. L’unica cosa certa è che l’area – per anni spazio di vendita per telefonia, elettronica e tv – è in dismissione; per di più con un effetto ben poco incoraggiante per i dipendenti e la clientela. I sindacati per primi non hanno avuto alcuna indicazione chiara sui futuri assetti dei circa 8mila metri quadri del supermercato.
Ripercorrendo le tappe della vicenda, in prima istanza si era parlato di un possibile interesse del gruppo Mediaworld; tale ipotesi è poi tramontata. Su metà dell’area attuale – presumibilmente quella non destinata al cibo e nel magazzino adiacente – si ipotizzano attualmente due destinazioni alternative.
A Livorno potrebbe essere installato un RI(storo)Cò(oop), una sorta di punto ristoro sul modello di quanto realizzato a Grosseto. Sarebbero in corso i colloqui col personale interno disposto a trasferirsi nella nuova sezione e anche selezioni esterne per tramite delle agenzie interinali.
Opzione questa che desta non poche perlessità nel sindacato: gli interinali non dovrebbero essere previsti, visti gli esuberi a rischio già in organico e la necessità che i contratti part-time a 20 ore hanno per rendere sostenibile uno stipendio che non supera le 700 ore con l’orario normale.
Non solo: che ne sarebbe dell’attuale self-service al secondo piano dell’Ipercoop? “Fiore del Corallo” del gruppo Camst ha pure il contratto di affitto in scadenza ed è stata recentemente fatta una battaglia sindacale per salvare quei posti di lavoro che erano in pericolo.
C’è poi l’opzione della Casa della Salute. Come anticipato nei giorni scorsi dal collega Giulio Corsi sulle pagine del Tirreno, ci sarebbe la disponibilità del’Asl ad utilizzare i 4000 metri quadri per “un maxi-poliambulatorio aperto 16-18 ore al giorno all’interno del quale dovrebbero trovare sede servizi di prenotazione di visite ed esami, prelievi, sportelli amministrativi, ma anche un punto di primo soccorso per i codici bianchi e celesti, ambulatori specialistici dotati di ecografi e altre apparecchiature diagnostiche”.
Questa opzione, sulle cui tempistiche non c’è nulla di certo, non promette di essere realizzabile facilmente, dal momento che i medici di famiglia non sembrano molto interessati a lasciare i loro ambulatori per trasferirsi in massa (fino a 70) verso Porta a Terra.
Oltre a sottolineare questi aspetti, Monica Cavallini (Segreteria Cgil) e Pieralba Fraddanni (Filcams) hanno fatto
il punto sulle relazioni sindacali con Igd e Coop. “Manca un confronto serio, vengono fatte scelte unilaterali”. E, come già segnalato, la direzione nelle sue scelte commerciali sta cambiando fornitori a danno della costa. A farne le spese stavolta, denuncia la Cgil, sarebbe la Pasticceria Angela, una realtà piccolo-industriale con 10 dipendenti che ha come principale committente proprio Coop.
“Unicoop – ricordano le sindacaliste – è una vertenza nazionale; vi sono degli esuberi e manca ancora il piano industriale con il dettaglio della ristrutturazione: non ci sono i numeri”. Il quadro presenta diversi elementi di preoccupazione: la cessione di alcuni punti in Campania, nonostante gli accordi, avrebbe portato a contratti penalizzanti per il personale; nel basso Lazio il 25 dicembre i dipendenti hanno ricevuto le lettere di licenziamento, mentre anche a Livorno ci sono dei segnali di allarme.
Anche se le vendite non sembrano andare male, la vertenza della Coop di via Mastacchi sembra essersi riaperta e a giugno quel punto vendita rischia ancora di chiudere. I dipendenti di via Anna Frank non sono stati distaccati in una nuova sede, ma sono andati a “coprire” aree per le quali si utilizzavano i contrattualizzati a 20 ore.
Nonostante vi siano state 250 uscite volontarie, gli esuberi previsti sulla sola Porta a Terra sono 60 e l’opzione Ricò oltre a convincere poco rischia di spingere a un conflitto tra lavoratori, dal momento che un ristorante strutturato a quel modo potrebbe danneggiare gli altri esercizi alimentari del circondario.
I sindacati auspicano che si apra un tavolo con tutte le parti in causa per fare chiarezza e far valere i diritti dei lavoratori. Il primo di febbraio dovrebbe insediarsi il nuovo direttore della struttura di Livorno, il quale avrà competenze decisionali e sul personale. A margine esce anche una riflessione di ordine etico: Coop si ispira e porta avanti da anni dei valori, inoltre ha ricevuto un importante aiuto dai fondi mutualistici per sanare una situazione debitoria che era molto preoccupante; ebbene se ci sono dei valori, li si devono applicare anche ai dipendenti e al loro posto di lavoro.
Dai sindacati un’ultima riflessione sul tema ‘Casa della salute’: “serve un reale confronto nell’interesse della collettività, ricordiamoci che i posti letto dell’ospedale sono già stati ridotti come vi fossero già attive le case della salute, che però non ci sono ancora…”