Politica 26 Maggio 2023

Le reazioni politiche della sinistra livornese al video del carabiniere che colpisce un fermato

Livorno 26 maggio 2023

Le reazioni politiche della sinistra livornese al video del carabiniere che colpisce un fermato

Partito Democratico Unione Comunale di Livorno
Coordinatrice Area Diritti, Mia Diop

Le immagini dell’arresto di un uomo avvenuto ieri a Livorno da parte dei carabinieri, che si era reso reo di un furto dentro il supermercato Esselunga, colpiscono per l’uso oltre misura della forza rispetto una situazione che dai video appariva ormai sotto controllo; in particolare quando uno dei due carabinieri lo
colpisce al volto.

Un atto grave che è stato condannato dalla stessa Arma dei Carabinieri, che afferma che tale condotta non sia assolutamente in linea con i valori dell’Arma.

Una posizione pubblica tempestiva e del quale ne apprezziamo i contenuti.
Da parte nostra auspichiamo che sia ricostruita l’intera vicenda, che siano accertate le responsabilità e adottati i conseguenti provvedimenti. Responsabilità individuali che non ledono
l’immagine dell’Arma dei Carabinieri e delle forze di polizia, che in un stretto rapporto di collaborazione con le Istituzioni e con la comunità livornese, sono impegnate a garantire la sicurezza
e la legalità.

Giovani democratici Livorno

Il segretario dei giovani democrati,
Bernardo Taddei

Nei giorni scorsi si è diffuso un video che riprende una scena di abuso della forza da parte di un
carabiniere. Il militare è andato a sferrare un calcio nei confronti di un uomo già immobilizzato,
per poi afferrarlo al collo e in seguito ammanettarlo. Altra situazione simile è avvenuta a Milano,
che ha visto protagonisti degli agenti della polizia locale utilizzare dei manganelli verso una
persona già bloccata. Due azioni eccessive rispetto alle circostanze, che non possono trovare
scusanti.
Sebbene lo stato abbia il monopolio dell’uso della forza, esso non può essere incondizionato e
incontrollato. Si andrebbe a creare un sentimento di paura verso le forze dell’ordine. Sentimento
che è già presente.
Per questo devono essere attuate tutte quelle azioni che permettono di far sentire al sicuro le
persone. Perciò strumenti come i codici identificativi sopra le divise degli agenti e le body cam
devono essere la base per uno stato che si definisce civile, come avviene già in altri paesi
europei. Ma pure la continua formazione delle forze dell’ordine verso: la risoluzione dei conflitti
senza l’uso della forza, il superamento di pregiudizi e l’antirazzismo. Questo deve essere
affiancato da una normativa che permetta di punire gli atti eccessivi compiuti da alcuni
componenti delle forze dell’ordine.
Posizioni non condivise da questo governo di destra, che cerca di far assomigliare il nostro
paese a uno stato di polizia. Andando ad alzare quelle che sono le tensioni all’interno della
società. Questo per colpa di proposte come l’abolizione del reato di tortura, il decreto cutro, le
battagli contro i diritti delle done e della comunità LGBTQI+. Chiare proposte che tendono a
creare divisione nella società e conflitto tra persone. Quindi non istaurando sicurezza nel paese.
Perciò, fino a quando rimarrà questo clima sovranista, le amministrazioni di centro-sinistra
dovranno fare degli sforzi maggiori, anche su materie di competenza nazionale. A partire da
temi come la sicurezza e l’ordine pubblico, che non possono essere lasciati alla gestione del
governo Meloni che è evidentemente incompetente.

Federazione Livornese Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

Condanniamo la violenza con la quale è stato condotto nella nostra città l’arresto ripreso in un video che ha avuto ampia circolazione nelle scorse ore.

Non ci sono situazioni che possano giustificare un calcio in faccia sferrato da chi è responsabile della sicurezza pubblica contro una persona immobilizzata. Auspichiamo che le misure severe annunciate dall’arma dei Carabinieri nei confronti del responsabile siano accompagnate anche da azioni volte a prevenire simili pericolosi eccessi nell’uso della forza.

Accostando questo episodio al pestaggio ai danni di una donna transgender da parte di agenti della polizia municipale avvenuto a Milano, vediamo come la proposta della destra di abolire il reato di tortura sia decisamente fuori luogo: questi casi dimostrano che purtroppo c’è ancora bisogno di tutele contro la violenza da parte delle forze dell’ordine.

A Livorno è innegabile la presenza di disagio sociale e microcriminalità, anche al di là della concentrazione di questi fenomeni in quartieri e zone specifiche; sono situazioni che aggravano le condizioni di vita di ampi strati della classe lavoratrice. La risposta a questo non può essere la militarizzazione del territorio: si è dimostrata inutile e prepara il terreno ad abusi come quello a cui abbiamo assistito. E’ con la giustizia sociale, è con una vera politica che garantisca diritti, casa, lavoro, è abbattendo le disuguaglianze e le ingiustizie, è coinvolgendo attivamente cittadini, quartieri e comunità nella gestione della cosa pubblica, che si possono creare le condizioni per l’eradicazione del disagio sociale e la drastica diminuzione della microcriminalità.

Potere al Popolo Livorno

Dopo il pestaggio di Milano da parte della polizia municipale ai danni di una donna trans anche a Livorno, nella nostra città, i Carabinieri intervengono prendendo a calci in faccia una persona immobilizzata. Aldrovandi, Cucchi, Marcello Lonzi, Maurizio Tortorici, i pestaggi e le morti nelle carceri durante la pandemia e nei Centri per il Rimpatrio. Sono alcuni dei nomi di una violenza di Stato che troppo spesso rimane impunita. Questo accade quando, in un paese dove la povertà è in aumento, si decide di affrontare la marginalità come un problema di ordine pubblico, dando mano libera e garantendo piena impunità a chi pensa di potere tutto solo perché veste una divisa. Non dimentichiamo le dichiarazioni di Salvini e Meloni contro il reato di tortura o il rifiuto di TUTTI i governi di destra, centrosinistra o grillini, di obbligare le forze dell’ordine ad avere i numeri identificativi sulla divisa.
Ci aspettiamo una condanna unanime da parte di tutte le forze politiche, a partire da quelle che oggi sono al Governo e che siedono anche sui banchi del nostro consiglio comunale.

 

 

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