Morozzi (Borgo) risponde a Galigani
Spettabile Livorno Press,
sono Antonio Morozzi uno dei due promotori della petizione popolare contraria al nuovo sistema della sosta nel quartiere di Borgo Cappuccini e poco tempo prima del sondaggio sulla qualità della vita nel quartiere su citato
in riferimento a quanto dichiarato sulla vostra testata ed altre dal signor Marco Galigani
– non ho avuto ancora il piacere di conversare di persona percui non ho concordato nessun incontro con lui
– per quanto riguarda la sua visione della gestione dei processi per arrivare a rinnovare la pianicazione della mobilità urbana gli vorrei fargli notare semplicemente che e se a fine estate si andasse ad iniziare il dovuto percorso partecipativo per arrivare ad un nuovo PUMS su una città che durante questa amministrazione è e sta per essere cambiata radicalmente sull’asse viario a mare con una piaggia di rortatorie e vernice blu….bene vi sarebbe ben poco da chiedere ai portatori di interesse.
Un intervento come quello del nuovo assetto della sosta urbano doveva essere preventivamente studiato e partecipato da tutti i portatori di interesse all’interno di un PUMS, di un strumento urbanistico di cui la nostra città è priva da ben 18 anni.
Se ci si documenta sulla possibilità di partecipazione che gli amministratori della cosa pubblica possono e dovrebbero concedere ai cittadini nelle politiche locali si passa dalla scala di S. Arnsteyn, alla Carta Europea dei Diritti Umani nella Città, alla Convenzione di Aarhus, all’approccio partecipativo introdotto dai PUMS rispetto ai PUT, la Legge Regionale 69 del 27 dicembre 2007 e la successiva Legge regionale 46 del 2 agosto 2013.
In queste ed altri atti si indica che la tempestività dei processi partecipativi è fondamentale, cioè il cittadino deve essere coinvolto il prima possibile, in modo trasparente, fin dalle fasi studio alla progettazione se si ha interesse nel suo supporto e nella su accettazione cioè se si vuole percorrere la via della democrazia deliberativa.
La parola PARTECIPAZIONE può essere declinata in vari modi: si va dall’informare il cittadino a coinvolgerlo nella progettazione degli aspetti della sua città (quello che indica la legislazione regionale) e ciò dovrebbe essere chiaro ai più senza cadere in equivoci, voluti o meno.
Molto spesso al lecito dissenso dei cittadini si contrappone la ferrea ed immutabile decisione di questa amministrazione nel portare avanti le proprie decisioni con l’indifferenza del solco sempre più largo tracciato tra loro e la condivisione con la città e i suoi cittadini.
Antonio Morozzi