Numero chiuso in alcune scuole superiori, l’intervento di M5S e BL
Livorno 20 novembre 2023 – Numero chiuso in alcune scuole superiori, l’intervento di M5S e BL
Ipotesi numero chiuso in alcune scuole superiori, l’intervento di Livorno Provincia Civica, Gruppi consiliari M5S e Buongiorno Livorno
“Inaccettabile l’ipotesi del numero chiuso in alcune scuole superiori cittadine.
L’ipotesi sembra essere stata al momento smentita sia dalla Presidente della Provincia Sandra Scarpellini che da Pietro Caruso, Vicepresidente dello stesso Ente (che avrebbe pure la delega all’edilizia scolastica).
Latitano però ancora le soluzioni per il prossimo anno scolastico e questo è ancora più grave se pensiamo che non si tratta di una imprevedibile emergenza del momento o di un destino cinico e baro, ma di un problema che si trascina di anno in anno, mai risolto dagli amministratori che si sono avvicendati alla presidenza della Provincia (tutti targati PD).
Con grande retorica e un misto di autocommiserazione, rabbia e rivendicazioni contro una pluralità di soggetti, la Presidente della Provincia Scarpellini parla infatti di logica del “gobbo nero”:
aver lasciato il cerino in mano sempre al successivo amministratore, continuando a vivacchiare e rimandando i problemi di anno in anno. La vogliamo leggere come una critica ai suoi predecessori, peraltro del suo stesso colore politico.
Si lancia poi in frasi fatte come “la politica non deve alzare bandiera bianca”. Allo stesso tempo vorrebbe proposte concrete e non critiche (doverose) da parte di docenti e famiglie. Se la prende contro tutti quelli che puntano il dito soltanto contro la Provincia sempre “sola” in mezzo a leggi e circolari fatte da altri e additata come “sempre e sola unica responsabile”.
Merita ricordare alla Scarpellini che esistono delle leggi dello Stato che assegnano determinate e precise competenze alla Provincia, sia per quanto riguarda la competenza della manutenzione ordinaria e straordinaria delle scuole superiori (la Legge 23 del 1996), sia per quanto riguarda la programmazione dell’offerta formativa (il Decreto legislativo 112 del 1998, in attuazione della Legge Bassanini).
Quindi anche quando la Scarpellini sentenzia che i ragazzi non dovrebbero essere stipati un po’ ovunque, ma in spazi adeguati per esercitare davvero il diritto allo studio e denuncia l’”anomalia di alcune crescite incontrollate” dovrebbe forse cercare all’interno dell’Ente che sta governando i vari piani di dimensionamento della rete scolastica e anche lì forse potrebbe trovare le motivazioni per le quali siamo arrivati a questo punto: al proliferare di indirizzi di studio spesso sovrapponibili fra varie scuole e al gigantismo scolastico di licei da oltre 2000 alunni, di difficilissima gestione.
O potrebbe anche andare a vedere a ritroso l’ignominiosa storia del Calafati, con le diverse dichiarazioni fatte dai suoi predecessori Franchi e Bessi che hanno spergiurato che i finanziamenti c’erano e che sarebbe stato riaperto, mentre solo con il PNRR il finanziamento è divenuto realtà (quelle di prima erano solo bugie).
Ma arriviamo alle possibili soluzioni, visto che Scarpellini e Caruso non vogliono critiche, ma qualcuno che risolva loro i problemi che non sono in grado neanche di affrontare.
Per uscire dalla sua presunta “solitudine”, la Provincia dovrebbe fare un tavolo di progettazione condiviso con altre istituzioni (ma da lei coordinato) sia sugli spazi, insieme al Comune e magari anche alla Regione e al Provveditorato, e uno sul piano del dimensionamento scolastico, prima assieme allo stesso Provveditorato e poi altri tavoli permanenti di condivisione con sindacati e organizzazioni studentesche per analizzare tutto il piano dell’offerta formativa cittadina e comprendere il perché del sovradimensionamento di alcune scuole superiori, leggendo anche alcune dinamiche dell’orientamento in uscita dalla scuola secondaria di primo grado alla scuola superiore.
Il Comune, con il sindaco Salvetti e la Vicesindaca Camici (che ha la delega all’istruzione e all’edilizia scolastica) dovrebbe farsi garante e alleato nel risolvere i problemi cittadini, invece di arrabbiarsi con i professori che lo contestano in piazza, perché scende a parlare con loro solo per farsi vedere, per dire che è colpa di altri e che nelle scuole di cui ha competenza il Comune va tutto bene.
Se si facesse tutto questo magari ci si accorgerebbe che, oltre a quelli della scuola volano in Corea, con un po’ di programmazione, ci sarebbero altri spazi possibili del comune, ma anche delle società partecipate.
Si pensi ad esempio alla ex sede di Spil, in Via Calafati, proprio accanto alla succursale che attende da anni di essere riaperta: un immobile che il comune si appresta ad acquistare per 1 milione e 800 mila euro per metterci gli uffici degli impianti tecnologici del Comune. Forse c’erano altre priorità, ma senza una programmazione dell’utilizzo efficace ed efficiente del patrimonio cittadino che guardi oltre i propri orticelli, le vere necessità della città si vedono solo quando scoppia l’”emergenza”.