Porta San Marco e Magrignano, Marzino Macchi risponde a Perini (Lega)
Livorno 14 settembre 2020 – Porta San Marco, la lettera di un lettore in risposta alle affermazioni del consigliere comunale Perini (Lega)
Marzino Macchi
“Capisco lo spirito del Perini (Lega) che nella sua lettera ai media critica il recupero di Porta San Marco a scapito, dice lui; delle opere per Magrignano.
Capisco la sua genuina, istintiva intenzione di indicare priorità. Ma si avverte quanto prevalga la demagogia rispetto al poco senso di amministrazione, di valori culturali e di territorio.
Forse sei nato troppo presto, beato te, per sapere che mentre a Livorno, durante la “ricostruzione” dagli eventi bellici:
oltre a fare le baracche per gli sfollati rientranti e i rimasti senza casa; ripristinare i servizi di acqua e luce; si provvedeva anche a riattivare quel che c’era di scuole; le successive amministrazioni, oltre ai piani di case minime per superare le baracche; il piano di costruzione scolastica per far si che ogni bambino avesse la scuola a non più di 500 metri, si recuperava anche la –poco prioritaria?-
Casa della Cultura allora diretta da Riccardo Marchi, nella quale hanno parlato, tra i molti altri:
Ugo Balestri, Giorgio Candeloro, Ugo Bernardini, Silvano Filippelli, Renato Guttuso, Piero Fornaciari, Danilo Dolci, Paolo Bagnoli. Vito Saggese, Umberto Terracini, Emilio Sereni, Piero Calamandrei, Tito Franzini, Emilio Giorgi, Nino Valeri, Giulio Trevisani, Andrea Finocchiaro Aprile, Giulio Anzilotti, Carlo levi, Concetto Marchesi, Padre prof. Ernesto Balducci ecc… ecc…
Ma tutti questi nomi chi saranno mai? Eppure hanno aiutato i livornesi a esser più consapevoli di altri, i quali conoscono la cultura come materia che non sfama.
Vennero altri tempi: la città si allargava le priorità erano sempre tante e diverse:
dalla costruzione del quartiere la Rosa, al bacino di carenaggio, alla messa in sicurezza delle colline livornesi, al primo depuratore; ma si pensava anche all’Istituto Mascagni –poco prioritario?-
E poi la crisi del ’93 dove si è rifatta la Terrazza Mascagni, il lungomare, Porta a terra, il palasport, recuperato il cantiere con Benetti e Porta a mare e si è recuperato il Goldoni; -poco prioritario?- per il quale ogni anno si investe culturalmente un bel po’ di soldi .
Chi viene a Livorno, caro Perini non se ne vuole più andare.
E ancora: le fonti di attingimento sono varie, da quelle delle tasse dirette comunali a quelle appositamente stanziate dal Governo o dalla Regione o dall’Europa, tanto per dirne alcune.
Facile fare demagogia, ma fidarsi dei demagoghi e come fidarsi dell’imbonitore da basso mercato.
E poi in riferimento alla Porta S. Marco:
tu Perini non sei mai venuto alle celebrazioni della Difesa risorgimentale, quella rappresentava l’Unità nazionale (prima i livornesi avevano combattuto a Curtatone e Montanara, cosa che non rientra nella radice leghista, ma ci vengono rappresentanti di altre parti d’Italia e quella Porta; oltre che mitica per i livornesi è una carta da visita per tutti: locali e turisti.
Carta bella se sistemata, carta pessima così lasciata com’è ormai da oltre 18 anni.
Stai tranquillo caro Perini, Livorno e la Regione toscana pensano anche a Magrignano, pur senza il tuo tamburo.
Se invece il tuo messaggio è quello di dire che dove amministra la Lega , la cultura non conta, allora il discorso è più comprensibile”.
Marzino Macchi militante PD provenienza PCI