Romano (Pd): Nogarin e il “sistema Lanzalone”
"Una cricca di malaffare, favori e conflitti d’interessi"
L’Onorevole Andrea Romano (Pd) – “Nogarin e il “sistema Lanzalone”: una cricca di malaffare, favori e conflitti d’interessi che affonda l’amministrazione Cinque Stelle di Livorno e che chiama in causa Bonafede e Di Maio
Oggi su un quotidiano nazionale l’inchiesta di Annalisa Cuzzocrea, scoperchia il vaso maleodorante dei conflitti d’interessi e dello scambio di favori realizzati a Livorno da Lanzalone con il pieno consenso di Filippo Nogarin Sindaco di Livorno.
Un sistema che ha visto Lanzalone rappresentare Nogarin all’assemblea della municipalizzata Aamps senza averne alcun titolo, come già denunciato dal Collegio sindacale, proprio il giorno in cui fu insediato il nuovo CdA che di lì a poco avrebbe ricompensato lo studio dell’Avvocato Lanzalone con ricche consulenze per oltre 130.000 euro.
Scambi di favori su cui la magistratura sta indagando, accanto all’inchiesta romana che ha portato all’arresto di Lanzalone, secondo un sistema sperimentato a Livorno prima di essere trasferito all’amministrazione Cinque Stelle di Roma insieme all’assessore Lemmetti.
Mentre restiamo in attesa dei risultati delle inchieste di Roma e Livorno, Nogarin deve rispondere subito ai livornesi delle modalità e delle procedure con cui sono stati utilizzati i loro soldi per ricompensare Lanzalone.
Resta poi da chiarire il ruolo avuto da Alfonso Bonafede e Luigi Di Maio nell’ascesa di Lanzalone: perché se il lavoro svolto da Lanzalone a Livorno fu definito “ottimo” dagli attuali Vicepresidente del Consiglio e Ministro della Giustizia, i legami tra l’avvocato e i vertici del Movimento Cinque Stelle presentano zone d’ombre su cui deve essere fatta piena luce nell’interesse della città di Livorno e della stessa credibilità del Governo nazionale”.