Sorgente: “Sempre all’opposizione di una finta bioraffineria”
"La Regione revochi o almeno sospenda il protocollo d’intesa del luglio 2019, lasciando così la questione ai sindaci"
Livorno 30 novembre 2020
“Sul tema del gassificatore Bottai fa una “analisi” completamente errata della situazione, a partire da come si è generata”. Afferma Stella Sorgente (M5S) che prosegue.
“Non dice infatti né come è iniziata, né ci racconta l’ultimo atto.
Sembra dimenticarsi infatti come l’idea sia stata presentata da Enrico Rossi che con la sua giunta ha approvato un protocollo d’intesa fra Regione Toscana, Eni ed Alia sull’ipotesi di questo nuovo impianto in data 5 luglio 2019, all’indomani delle elezioni comunali che hanno visto la vittoria del Pd a Livorno e la sconfitta del Movimento 5 Stelle.
Per noi è palese come il progetto fosse già in cantiere da mesi, ma il rinvio è stato studiato a tavolino per non turbare la campagna elettorale dell’attuale sindaco Salvetti che sicuramente ne sarebbe stato svantaggiato.
Tralascia inoltre come le competenze di pianificazione in materia di rifiuti siano regionali e che qui in Toscana, se prima governava il Pd con Rossi, ora governa sempre il PD con Giani che persegue il medesimo obbiettivo SMALTIRE I RIFIUTI DELLA PIANA FIORENTINA A LIVORNO A COSTO DI UTILIZZARE I CARRARMATI!
Firenze, si sa, porta più voti di Livorno che va quindi sacrificata, in barba alla salute dei cugini della costa.
Le parti si invertono e quindi i buoni diventano i cattivi, i cattivi diventano i buoni.
E il discorso si chiude qui.
Mister listino bloccato ci fa ridere, anzi piangere nella ripetizione del suo unico mantra ritenuto spendibile, circa l’attuale governo a livello nazionale fra M5S e PD:
l’alleanza c’è, ma è successiva e non ha attinenza con l’”affare Eni” e soprattutto non porta conseguenze a livello locale, dal momento che noi rimaniamo saldamente all’opposizione soprattutto di una “finta bioraffineria”.
L’ultimo atto della vicenda sembra portare il PD fare un passo indietro, incalzando prima a livello nazionale il Ministro Costa perché fermi l’impianto (voluto da loro stessi) e adesso a livello locale chiamando in causa i sindaci di Livorno e di Collesalvetti perché la decisione finale passi nelle loro mani.
Tutto questo in una nebulosa di prudenza e attendismo (non c’è furia perché sull’impianto non c’è ancora il progetto e comunque i sindaci vedrai non sono d’accordo, ecc..) mentre dal punto di vista occupazionale arriva la doccia fredda che Eni non avrebbe incluso l’attuale raffineria di Livorno nei suoi piani industriali.
Come M5S locale ci siamo mossi non a parole ma con atti chiedendo che la Regione revochi o almeno sospenda il protocollo d’intesa del luglio 2019, lasciando così la questione come davvero di gestione territoriale e chiedendo l’audizione dei due sindaci, di Livorno e di Collesalvetti.
Lo abbiamo fatto con due mozioni, una in Consiglio comunale e una in Consiglio regionale che speriamo siano discusse a breve.
Sull’altro fronte, come espresso nell’ultima Commissione Lavoro di qualche giorno fa, abbiamo dato la massima disponibilità a collaborare anche con i nostri contatti “centrali” chiedendo però al PD la garanzia di massima trasparenza; il gioco deve essere a carte scoperte senza interessi politici e le istanze lavorative non devono contrapporsi alle istanze ambientali!
Per tutta risposta, il consigliere Mirabelli ha strumentalizzato il presidio organizzato dai comitati
tenutosi quest’estate di fronte all’Eni (al quale abbiamo partecipato anche noi e che è avvenuto ben prima temporalmente delle preoccupanti notizie sul fronte occupazionale) dichiarando che chi ha protestato ha fatto un ricatto occupazionale.
Una esternazione che fortunatamente non ha determinato particolari conseguenze politiche per quelli che, come noi, auspicano un impegno unitario nella risoluzione della crisi ENI.
Infatti è uscito un comunicato unitario di tutta la commissione, nonostante le provocazioni di Mirabelli.
Bottai, invece di menar parole al vento è pronto a fare lo stesso?
Lo invitiamo a scendere dal ring immaginario in cui prova a mettere chiunque.
La smetta di fare la mangusta alfa di San Marco, si informi, non semplifichi come un Salvini di sinistra qualunque.
Le forze politiche del territorio, che davvero, indipendentemente dalle dinamiche nazionali, vogliono difendere questa città devono collaborare.
E noi siamo pronti a dialogare con chiunque su questo tema”.