Renda risponde a Marcella Amadio
Quella che segue è la risposta di Francesco Renda a Marcella Amadio, dopo che il segretario di PRC l’aveva chiamata in causa nel suo ultimo intervento. (le parti in nero sono state evidenziate da noi, ndr)
“Per onestà intellettuale mi sento in dovere di rispondere ai rilievi della signora Amadio. Nel 2003 ero però ancora uno studente universitario e mi trovavo a Madrid, da dove ho appreso la notizia dei tragici, ma prevedibili, fatti di Nassirya. Non posso rispondere nel merito di eventi dei quali non ho conoscenza, ma se quello che afferma è vero non avrei esitato a difendere il suo diritto costituzionale alla libertà di azione e pensiero.
Tengo però a precisare due elementi fondamentali da tener presente: In primo luogo non ritengo la libertà di azione e pensiero come universale; messaggi ed azioni di odio ed intolleranza, soprattutto se tesi al restringimento delle libertà costituzionali, non possono approfittare delle libertà che invece tenderebbero ad abrogare, sarebbe una contraddizione in termini.
Proprio su questa contraddizione si sono instaurati regimi dittatoriali e totalitari sulla cui sconfitta abbiamo costruito non solo il nostro paese, ma l’Europa.
In secondo luogo è il soggetto a cui fa capo l’azione repressiva a determinare la distanza abissale tra i casi presi in esame; mentre nel primo l’azione è in capo a gruppi di privati cittadini e cittadine rispetto ai quali è possibile appellarsi alla giustizia ordinaria e chiamare in causa le forze dell’ordine, nel caso delle cariche al Refugio è stato proprio il soggetto che dovrebbe garantire la libertà di espressione a reprimere il godimento di una libertà costituzionale.
A chi appellarsi quando è lo Stato a tradire se stesso?
Si avvicinano le elezioni amministrative e se non riusciremo a dare una prospettiva di sviluppo alla città non basterà tutta la polizia del Questore per reprimere la fame di lavoro e reddito.
Parliamo di come riconsegnare alla mani pubbliche il ruolo della pianificazione industriale ed urbana della città, senza che siano a privati a ricattarci su come dove e quando investire, torniamo governare e non ad amministrare, tutto il resto il resto, riguarda solo i sintomi di un problema ben più grande che si chiama Lavoro”.
Francesco Renda
Segretario Federazione livornese Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea