CGIL: “8 linee guida per rilanciare il territorio di Piombino e Val di Cornia”
Confederazione Cgil e le categorie presentano un documento e chiedono la Convocazione immediata della cabina di regia, e la revisione dell’Accordo di programma : “Garanzia su occupazione e ammortizzatori sociali. Su infrastrutture, portualità, formazione, sostenibilità ambientale, serve uno sprint”
“Un futuro per Piombino e la Val di Cornia”. Questo il nome del documento redatto da confederazione Cgil provincia di Livorno e relative categorie sindacali: 8 linee d’intervento per il rilancio del territorio da sottoporre all’attenzione del governo e delle istituzioni locali. Confrontare il documento a tutti i tavoli istituzionali in cui si sta discutendo l’Accordo di programma.
1) Pressing sul progetto Jsw. Garanzia su occupazione, ammortizzatori sociali salvaguardia dell’ indotto Fondamentale confrontarsi sul piano industriale di Jindal e garantire i livelli occupazionali. Importante inoltre garantire gli ammortizzatori sociali: molti lavoratori dell’area di crisi industriale complessa – anche a seguito delle nuove normative in tema di lavoro – perderanno a breve o hanno già perso il sostegno al reddito.
2) E’ importante attuare, chiarendo le linee di sviluppo del territorio e in linea con le richieste delle aziende, un’opportuna e adeguata formazione per un’efficace riqualificazione professionale. Serve un’intesa : i lavoratori dell’indotto siano i primi a essere riassorbiti nel territorio a supporto del concretizzarsi dell’arrivo di Jindal. Indispensabile un’intesa che vincoli le aziende affinchè i lavoratori degli appalti restino agganciati al sito produttivo.
3) Riflettori accesi su concessioni pubbliche. Non si deve mai dimenticare di vigilare sulle concessioni delle aree demaniali e portuali: l’interesse pubblico è rappresentato dal fatto che siano legate all’effettiva realizzazione di progetti industriali che consentano la risoluzione del problema sociale occupazionale nel rispetto della sostenibilità ambientale.
4) Stop ai finanziamenti a pioggia. Spesso si mettono a disposizione degli imprenditori ingenti somme di finanziamento dalle quali però si ricavano solo pochi posti di lavoro. Servono invece interventi mirati e un monitoraggio costante con le rappresentanze dei lavoratori in grado di massimizzare l’impatto occupazionale. Le risorse dovrebbero poi essere assegnate sempre di più a chi garantisce buona occupazione e rispetto dei diritti dei lavoratori e, non concesse o restituite, per chi non persegue gli obiettivi di interesse pubblico.
5) Focus bonifiche e rifiuti. E’ necessario uno sprint sulle bonifiche e chiarezza sulla gestione e il trattamento dei rifiuti industriali. Al presidente della RT, commissario straordinario per le bonifiche, e ai responsabili dei progetti finanziati, chiediamo a che punto siamo? Non possiamo più attendere le ricadute importanti sul piano occupazionale e ambientale che porteranno anche risorse nel circuito economico della Val di Cornia. I SIN di cui fa parte Piombino attendono da quasi 20 anni una soluzione concreta. Nel 2014 furono annunciati 50 mln € per Interventi di riqualificazionee la riconversione del polo industriale di Piombino e per la messa in sicurezza operativa della falda e dei suoli delle aree demaniali del SIN. Purtroppo nulla è stato fatto tranne far nascere un ente “INVITALIA” che ha incassato molti soldi pubblici senza finalizzare gli interventi. Anche dai necessari smantellamenti nascerebbe lavoro oltre che dall’attenzione per la prossimità, per il recupero, il riciclo, lo smaltimento finale di rifiuti industriali che anche la nuova proprietà genera.
Dobbiamo anche adoperarci affinchè crescano altre vocazioni oltre a quella dell’acciaio per la zona.
6) Infrastrutture, logistica e portualità: assi fondamentali per attrarre imprenditori. A oggi non si è ancora concretizzato nessuno dei progetti infrastrutturali fondamentali (ad esempio 398 o rete ferroviaria) per il rilancio del territorio: ciò ha determinato un ulteriore peggioramento dell’intero sistema portuale sia in termini di consolidamento sia in termini di attrazione e realizzazioni di nuovi investimenti. Indispensabile utilizzare una volta per tutte le risorse, definire inesorabilmente i tempi della realizzazioni di tali progetti. Serve in particolare una scossa sulla 398 e sulla bretella di collegamento allo svincolo “Capezzolo”. Ci chiediamo: esistono davvero le risorse per andare avanti? c’è ancora la volontà politica di realizzarle? I fondali sono stati predisposti ma ad oggi non vediamo un reale miglioramento dell’attività portuale.
7) Energia. Una zona altamente energivora come la Val di Cornia non può permettersi di trascurare scelte oculate e di lunga visione anche in termini di sviluppo sostenibile e di energie rinnovabili. A oggi le centrali di Enel, Edison e Elettra sono in dismissione Il tema della produzione e della distribuzione d’energia è fondamentale per restare competitivo: quali sono le prospettive? Occorre intanto far chiarezza sulla realizzazione dei progetti General Electric e PIM previsti nell’attuale Accordo di programma. Se ne parla da anni: c’è sempre l’intenzione di andare avanti?
8) Sanità e servizi pubblici in generale. No alla dismissione o al depotenziamento dei servizi pubblici. L’unione delle due Società della salute Bassa Val di Cecina e Val di Cornia e l’idea di un ospedale unico “in rete” tra Piombino e Cecina non deve far venir meno l’attenzione ai servizi pubblici, che anzi dovranno essere potenziati. Fondamentali inoltre risorse aggiuntive per la cura degli anziani. Chiediamo quindi che si riunisca in tempi brevi la cabina di regia dell’accordo di programma finalizzata all’ aggiornamento e revisione dell’accordo, puntando sul futuro della zona, rivendicando risorse economiche certe e tempi certi di realizzazione degli interventi, non possiamo continuare ad assiste a rinvii e ritardi.
Ognuno faccia la sua parte e si assuma le responsabilità in trasparenza e chiarendo investimeni proposte percorsi.
Siamo pronti a mobilitarci in assenza di risposte.
La Val di Cornia non può più attendere oltre!