Urbanistica e mobilità: Il sistema dei fossi, Il Porto Mediceo e la Bellana
Livorno, 4 febbraio 2021
Pubblichiamo il settimo di una serie di contributi al PUMS in corso di approvazione e alla stesura dello strumento urbanistico, il Piano Operativo Comunale, del Comune di Livorno, del Dr. Mario Antonio Gambacciani dell’associazione culturale AMT Toscana.
Gli altri contributi pubblicati e che pubblicheremo nei prossimi giorno sono:
1 – l’importanza di una visione complessiva, obiettivi urbanistici riguardanti lo sviluppo economico (21 gennaio 2021)
2 – Osservazioni sul PUMS (24 gennaio 2021)
3 – La mobilità urbana. Le 4 stazioni di Livorno collegate dal tram (26 gennaio)
4 – Il ripristino della Stazione S.Marco, epicentro della visione (27 gennaio)
5 – Livorno inserita in una area vasta tramite il tram treno. Importanza dei collegamenti regionali e nazionali. (28 gennaio)
6 – Il porto e la viabilità di cintura (1 febbraio)
7 – Il sistema dei fossi, Il Porto Mediceo e la Bellana (4 febbraio)
8 – Il modello sanitario e le scelte infrastrutturali (8 febbraio)
9 – La rigenerazione dell’area delle Terme del Corallo (10 febbraio)
10 – Valorizzazione della costa di Calafuria. Pista ciclabile e pedonale e rete ciclabile tirrenica (15 febbraio)
Il sistema dei fossi, Il Porto Mediceo e la Bellana
Ripercorrere la storia del Fosso Reale significa ripercorrere buona parte della storia di Livorno.
Costruito a difesa della città fortificata, ha subito nel tempo profonde trasformazioni in corrispondenza alle esigenze urbanistiche della città.
La creazione di altri canali all’interno del quartiere della Venezia determinò un sistema di navigazione commerciale all’interno della città, sistema che attraverso il Canale dei Navicelli si estendeva fino a Pisa.
Di fatto rappresentava la principale arteria commerciale, tanto che lungo i corsi d’acqua si aprirono numerosi depositi di merci.
Ad oggi il Fosso Reale e i canali della Venezia hanno perso l’originaria valenza commerciale e sono utilizzati principalmente per il ricovero di piccole imbarcazioni (ben 1500 – 2000 posti barca).
Negli ultimi anni è stato avviato un programma per il rilancio turistico del sistema dei fossi (Sistema), con l’istituzione di itinerari in battello per i visitatori.
L’intero complesso necessiterebbe di accurati restauri e diversi progetti sono stati presentati in tal senso.
È pensabile ricreare le condizioni per un utilizzo commerciale e di mobilità civile del Sistema?
Sebbene questa possibilità non trovi trattazione nel PUMS, in uno scenario di lungo periodo, può rappresentare una scelta vincente sia per una mobilità alternativa sostenibile che per la valorizzazione del Sistema anche a fini turistici.
Come per tutte le potenziali attrazioni non di rilevanza internazionale come ad esempio Piazza dei Miracoli, è sul piano dei servizi (in particolare quello della facilità di accesso) che si possono creare le condizioni per un’importante domanda di utilizzo del Sistema.
La ripristinata Stazione S.Marco per il traffico ferroviario regionale, dotata del passaggio della tranvia e con annesso un terminal fluviale, rappresenterebbe un importante facilitatore.
Si creerebbero condizioni similari di quanto avviene a Venezia in Piazza Roma: discesa dal treno e possibilità d’imbarco immediato al terminal.
Si creerebbero le condizioni per intercettare importanti flussi per il Sistema, flussi che sono indispensabili per qualsiasi strategia d’investimento infrastrutturale.
Flussi turistici che si abbinerebbero a quelli di provenienza crocieristica, in un disegno urbanistico rigenerato anche dal recupero acquatico dell’area attualmente occupata dal Rivellino e di quelle attigue fino alla Dogana dell’Acqua che recupererebbe anch’essa la sua acquaticità originale.
Infatti, il previsto abbattimento del ponte di Via Salvatore Orlando, la viabilità sotterranea tramite un sottopasso e il collegamento da riattivare con il Canale dei Navicelli, ne rappresenterebbero un valido supporto. L’impatto visivo dei turisti provenienti dall’attiguo terminal S.Marco ne beneficerebbe sensibilmente.
Vi è un altro aspetto che potrebbe impattare sull’obiettivo di ritorno all’utilizzo del Sistema e con esso l’utilizzo delle stesse “cantine”:
la presenza di importanti spazi per magazzini da utilizzare per le consegne di beni su tutto il tragitto del Sistema.
Ad esempio, di utilità per l’approvvigionamento delle navi e del Mercato delle Vettovaglie, come del resto avveniva in passato.
Quanto alle caratteristiche dei battelli da impiegare nel Sistema, si potrebbe prendere spunto dal progetto realizzato in Belgio e riguardante le imbarcazioni alimentate a idrogeno.
Tali imbarcazioni «a zero emissioni» collegano le città di Anversa e Kruibeke lungo il fiume Schelda per evitare il traffico nelle ore di punta..
In questo disegno complessivo ideato dall’Arch.Parenti, inoltre, sarebbero previste, oltre le piste ciclabili, anche dei percorsi pedonali lungo le mura storiche, sia a quota banchina che lungo i percorsi di ronda.
Il Porto Mediceo e la Bellana
Il Piano Regolatore Portuale (PRP) prevede la trasformazione dello storico Porto Mediceo e della Darsena Nuova in Porto Turistico.
La realizzazione è iniziata in ambito Darsena Nuova:
le opere di protezione e le banchine sono a cura dell’Autorità Portuale, mentre l’allestimento è a carico del soggetto attuatore, STU Società Porta a Mare Spa, sulla base della concessione ottenuta nello scorso mese di dicembre (di seguito il rendering della passerella di via P.Levi).
Il PRP prevede a anche un insediamento marittimo (area tratteggiata in celeste nella figura sottostante) alla Bellana per 600 imbarcazioni di dimensioni ridotte e come tale concepito come approdo per la “nautica sociale”.
Tali imbarcazioni sarebbero in prevalenza provenienti dal Porto Mediceo e dalla Darsena Nuova – aree destinate a Porto Turistico – e subordinatamente dai Fossi Medicei.
Per la protezione dei relativi spazi marittimi di ormeggio e per migliorare la navigabilità dell’intera area, il PRP prevede la costruzione di nuove dighe foranee di difesa dai moti ondosi e un nuovo canale di collegamento con la Darsena Nuova.
L’ADSP ha successivamente modificato l’impostazione del PRP ed ha proceduto all’affidamento, previa selezione pubblica, ad un soggetto esterno, la predisposizione di uno Studio di fattibilità tecnico-economico di un nuovo progetto con caratteristiche diverse sia sul numero dei posti barca (circa il doppio rispetto a quelli originali) che nell’ampliamento dell’area interessata della Bellana, prevedendo anche un intervento a mare in prosecuzione del Moletto Nazario Sauro.
Da evidenziare che nei vincoli di progettazione permane il mantenimento delle attuali aree di balneazione.
Il progetto del Porto Mediceo ha connotati turistiche e non certo sociali. Pertanto, in attesa della realizzazione dell’insediamento alla Bellana, occorre un accordo transitorio tariffario di compromesso fra le esigenze delle parti e/o l’individuazione di posti barca in altri porticcioli a Ardenza e Antignano, debitamente rafforzati.
Fatto questo inquadramento, emergono due sostanziali perplessità sulla Bellana.
La prima riguarda la necessità di trasferire le imbarcazioni dal Sistema dei Fossi, la seconda riguardante il problema della balneazione.
Le tante imbarcazioni, prevalentemente di piccole dimensioni, stanno bene riparate nel Sistema o bisogna trovare un’altra soluzione per l’ormeggio?
Fino a quando non si concretizzeranno le condizioni sopra descritte di utilizzo commerciale e civile del Sistema, non se ne vede la necessità.
Anticipare progetti imponenti nella spesa come quello della Bellana, in assenza di una reale necessità di spostamento per motivi di navigabilità nel Sistema, non appare appropriato.
Questo non vuol dire certo, in ambito del Piano Strutturale, non definire le caratteristiche del progetto della Bellana stessa.
Lo stesso in ambito PUMS per la gestione delle conseguenze sulla mobilità dove per altro l’argomento non trova considerazione.
Sul secondo aspetto, da segnalare che il PRP, mentre presenta la “Relazione d’inserimento paesaggistico dell’area Bellana”, non dispone della Valutazione d’impatto ambientale per le suddette nuove infrastrutture ed opere connesse.
Si tratta di una lacuna “curiosa”, in quanto il Rapporto Ambientale del PRP di 542 pagine cura nel dettaglio aspetti di ben altra complessità (cfr. di seguito la configurazione di progetto dell’intero PRP riguardante la concentrazione di ossigeno ex post del bacino portuale ad esclusione appunto dell’area della Bellana).
In particolare, in relazione alle persistenti attività di balneazione, a pag. 440 del suddetto Rapporto, vi è semplicemente affermato che
“… saranno effettuate valutazioni della qualità delle acque di balneazione prima, durante e dopo l’intervento relativo al porto turistico, anche utilizzando i dati che ARPAT raccoglie periodicamente per il controllo in quella zona durante la stagione balneare”.
La questione solleva perplessità, in quanto appare spontaneo affermare che sussistono seri dubbi sul rilascio dei permessi di balneazione in presenza dei prospettati nuovi significativi elementi di inquinamento, quali le 1200 imbarcazioni, le dighe foranee che andranno a limitare drasticamente le correnti e il canale di collegamento con le acque portuali della Darsena Nuova.
Elementi che andrebbero a gravare su una situazione già al limite per la continuità portuale, l’area industriale Benetti e gli scarichi che condizionano la qualità delle acque ogni volta che piove.
Pertanto, viene spontaneo, prevedere il porto sociale come ampliamento dell’attuale porticciolo Nazario Sauro, andando ad occupare gli attuali Bagni Nettuno e Tirreno ed evitando buona parte dei costosi insediamenti marittimi e delle relative opere di supporto.
Se i permessi di balneazione sono destinati ad essere compromessi, tanto vale progettare “a terra”.
La passeggiata dalla Terrazza Mascagni al cantiere Benetti verrebbe riqualificata, beneficiando di nuove vedute marine e, in particolare, del recuperato Scoglio della Regina e della stessa salvaguardata Bellana.
Si abbatterebbero muri e lo scivolo acquatico adiacente alla Terrazza e si creerebbe una situazione di passeggiata paragonabile a quelle della Costa Azzurra.
Si tratterebbe anche in questo caso di affrontare un argomento delicato dal punto di vista elettorale. Ma in una visione d’insieme potrebbe trovare soluzione nell’ampliamento degli stabilimenti balneari ad Ardenza.
Le tradizioni delle cene davanti alle gabine d’estate va preservata ma spostata in luoghi dove la balneazione godrebbe di acque ben più pulite.
Anche in tale ipotesi fondamentale sarebbe la distanza economica da migliorare sensibilmente con la tranvia.